Di Giulia Cipriano. Lotta, lotta dura e cruda quella di genere. Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente per ciò a cui agli uomini veniva e viene concesso con la metà dello sforzo. Capacità, talento, caparbietà, professionalità, competenze vengono sminuite e mortificate se attribuite a una figura femminile. Una condizione di svantaggio invade la vita di ogni donna ancora oggi, nel 2022.

Ed è qui che subentra il cosiddetto “doppio standard”. Quest’ultimo è un meccanismo cognitivo secondo cui le stesse azioni vengono valutate in maniera distinta se attribuite a persone diverse in base al loro gruppo sociale di appartenenza. Questa è la logica del doppio standard, il famoso “due pesi e due misure”. Ha cambiato nome, ma la sua realtà persiste.

In una società patriarcale, come ancora è la nostra, la disparità di genere ne è stata la naturale conseguenza. Nel mondo professionale, ad esempio, tante, troppe, sono le donne che ancora non vengono considerate al pari dei loro colleghi maschi. Dove per gli uomini sono sufficienti le competenze, alle donne è richiesto qualcosa in più. Donne a cui non vengono riservati ruoli di rilevanza nei luoghi dove le decisioni vengono prese. Donne che non vengono retribuite al pari dei loro collaboratori, in posizioni uguali con uguali mansioni. In Italia, una donna guadagna in media il 20% in meno rispetto alla controparte maschile. Secondo il Gender Gap Report 2021, su 156 stati mappati, l’Italia è al 63° posto. Tra gli ultimi della fila.

Due pesi e due misure. Un uomo dedicato interamente al lavoro è esempio di dedizione, e per questo è da stimare. Una donna è invece egoista perché trascura i suoi doveri di moglie e madre. La carriera di un uomo è resa possibile dalle sue abilità. La carriera di una donna è resa possibile a volte per un flirt con il capo.

Due pesi e due misure. Nel lavoro, ma non solo. Un uomo che alza la voce fa valere la sua autorità. Una donna che alza la voce è sinonimo di emotività incontrollata, e probabilmente ha anche “il suo ciclo”. Da tempo, è giunto il momento di dire “basta”. Basta a regole e dettami sociali, che ci vogliono piccole, silenziose, e accomodanti. Bisogna far valere la nostra voce, anche quando questa trema.