Di Davide Schiavone. Lotta, sudore e sacrificio, ma non solo. Fare il difensore è sempre complicato, ma farlo in una squadra come la Roma, in questo periodo storico, lo è ancor di più. Quello arretrato è il reparto sul quale più di tutti si è concentrato il lavoro di Josè Mourinho in questa prima parte di stagione, che ha cercato di rimediare alle lacune difensive del gioco di Fonseca, utilizzando il materiale umano a sua disposizione. Anche il tecnico ex Tottenham si è dovuto arrendere al passaggio alla difesa a 3. Smalling, Ibanez, Kumbulla e Mancini sono giocatori dalle caratteristiche differenti e che hanno dimostrato di non reggere la difesa a 4. Il più esperto tra tutti è sicuramente Chris Smalling, che sembrerebbe esser tornato quello di due anni fa, messo al centro del tridente difensivo al fianco di Kumbulla. L’albanese ha compiuto un percorso di crescita sia tecnico che caratteriale, a seguito della strigliata di Mourinho alle riserve ritenute “non all’altezza”. A chiudere la difesa a 3 è uno zoppicante Gianluca Mancini, che quest’anno ha palesato molta fatica nelle letture difensive. Diversi errori dell’ex Atalanta in questa stagione, oltre ai tantissimi cartellini (15 gialli e 1 rosso in 30 partite) che lo rendono il difensore più sanzionato d’Europa, stanno inevitabilmente influendo sulla sua annata. Conclude il reparto difensivo Roger Ibañez, sceso leggermente nelle gerarchie di Mourinho a causa dell’infortunio al legamento e alla crescita di Kumbulla. Anche il brasiliano si è reso protagonista di tanti errori superficiali facendo, però, trasparire delle potenzialità fisiche e tecniche molto interessanti. Sulle fasce ci sono delle evidenti lacune, complici anche i tempi di recupero non ancora ben definiti di Leonardo Spinazzola. Sulla destra uno stacanovista Rick Karsdorp ha saltato pochissimi match, alternando partite di spinta e propositività ad altre molto deludenti. La poca continuità dell’olandese e le scarse alternative hanno costretto il DG Pinto a cercare sul mercato una soluzione. La finestra di Gennaio ha partorito il nome di Maitland-Niles che, dopo un buon esordio contro la Juventus, non ha brillato per doti tecnico-tattiche. Dall’altra parte la sessione di mercato estiva ha portato a Roma Matias Viña, che non ha saputo conquistare Josè Mourinho. Una discreta spinta offensiva e una fase difensiva tutta da costruire hanno forzato Mourinho a correre ai ripari. In un primo momento El Shaarawy, poi lo stesso Maitland-Niles e per ultimo Nicola Zalewski sono stati provati come esterni a sinistra. Il polacco sembra essere quello che più di tutti ha convinto il tecnico portoghese. La partita con l’Atalanta lo ha visto protagonista di una prestazione attenta e puntuale in ogni suo intervento, mettendo a disposizione della squadra anche corsa e dribbling. 11 reti inviolate su 37 partite sono un dato da cui partire se si vuole migliorare il reparto difensivo. Il destino della stagione è ancora tutto da scrivere e solo una volta terminata la società potrà mettere mano alla rosa per provare a consegnare a Mourinho “una squadra degna del suo nome”.

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