Di Prisca Mourobou. Le serie TV sono diventate nel corso del tempo uno dei prodotti audiovisivi più strategici e apprezzati dal pubblico in diversi paesi e l’Italia non fa eccezione. Oggi, numerose “fiction”, termo usato per indicare i programmi seriali di produzione italiana, hanno invaso il piccolo schermo. Gli autori, visibilmente senza limiti, offrono ora una moltitudine di progetti ambiziosi dotati di bilanci e coproduzioni comparabili a quelli dei grandi programmi nordamericani. Comunque, nel corso del tempo ci rendiamo conto che scompaiono poco a poco i programmi interessanti ed educativi che abbiamo conosciuti una decina d’anni fa. Ora, le reti generaliste Mediaset, Rai o ancora la 7 hanno cambiato di recette riguardo al contenuto degli shows che propongono, sopratutto per Mediaset che manda in onda programmi sempre più scandalizzanti, tali “Gomorra”. Adesso è praticamente impossibile guardare la televisione senza imbattersi in programmi pieni di contenuti diseducativi, ricchi di immagini inappropriate e senza censure, ma che a quanto pare riscontrano largo successo, purtroppo. Lontani siamo della fiction poliziesca che meteva in scena indagini ben costruiti in un paesaggio da sogno, come ci offriva la Rai con “Il commissario Montalbano” o “L’ispettore Coliandro”, della fiction familiare che dipingeva la famiglia nella società italiana come nella seria “Un medico in famiglia”, o ancora dalle sit-com davanti a cui passavamo ore a ridere, ora benché ci sono qualque programma che si distinguono del resto essendo rimasti fedeli ai pilastri del cinema italiano, molte serie per lo più raccontano la stessa cosa e trasmettono messaggi che ostacolano gravemente i valori morali degli spettatori. Per salvare la televisione italiana ed educare gli spettatori mentre li divertendo, sarebbe meglio lasciare più spazio alle fiction dove si parla di personaggi famosi o che hanno contribuito alla storia e alla cultura italiana ma che trovano sempre uno spazio per far sorridere lo spettatore.