Di Luigi De Vincentis. L’Atletica Leggera italiana è viva più che mai. Tokyo ci ha dato la conferma che questo sport, almeno per l’Italia, pare essere rinato. Le Olimpiadi hanno realizzato tanti sogni. L’impresa di Jacobs, la rivincita di Tamberi e la magia della staffetta 4×100 maschile sono solo alcuni tra questi. In federazione si esulta per questi trionfi storici. Ma ora non ci si può fermare. Nel 2024 Roma ospiterà i campionati europei di atletica leggera. Un appuntamento importante a cui bisogna prepararsi bene. Non è ammesso arrivare impreparati. Le strutture ci sono, ma sono poche.  Lo Stadio Olimpico è il fiore all’occhiello delle infrastrutture a livello italiano. Purtroppo, la storia è un’altra. Se ci paragoniamo al resto del mondo le infrastrutture e l’organico nazionale sono veramente di basso livello. Specialmente al sud, il livello di queste ultime è veramente pessimo. Piste disastrate, rotte, con buche e spesso anche senza omologazione all’attività agonistica. In federazione su questo aspetto tutto tace. Stefano Mei, presidente della FIDAL, aveva promesso tanti nuovi impianti, soprattutto al sud, ma ad oggi tutte promesse non mantenute. Riguardo all’organico della nostra nazionale sta avvenendo un minimo di ricambio generazionale, ma questo non basta. Le nuove leve, almeno nella maggior parte dei casi, non sono all’altezza dei grandi campioni che ci sono oggi. La federazione anche in questo caso pare essere inesistente. Bisogna agire e subito. Bisogna indurre i ragazzini a provare questo sport e ad ispirarsi a Jacobs e Tamberi. Purtroppo, questo non avviene e tra qualche anno ci potremmo ritrovare nella situazione pre-Tokyo, dove le medaglie erano un miraggio. Roma 2024 è vicina e non si può perdere questa occasione storica. Bisogna rinnovarsi, in tutto. A partire dall’alto. La rinascita è partita a Tokyo, ma non si deve fermare lì.

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