Di Nicoletta Carli. E’ la parola più usata, coinvolgente, poliedrica,  passionale: soprattutto è motivo di splendidi incontri e duri scontri Ma amare non è solo “rose, fiori e farfalle nello stomaco”, amare è soprattutto impegno nei confronti di un’altra persona che scegliamo di avere vicino. Solo che l’impegno e la maturità a volte possono non essere equilibrate tra le parti. E ad un disequilibrio, corrisponde sempre una collisione.

Scegliere di condividere un pezzo della propria vita con un’altra persona, inutile girarci intorno, è impegnativo; poiché significa scegliere di condividere e vivere due esistenze che devono in qualche modo essere in equilibrio, parallele. Ma sarebbe ipocrita paragonare le nostre vite ad una retta. Viviamo esistenze dinamiche, complesse: fatte di passato e presente, di detto e non detto, di alti e bassi che si scambiano al punto tale da confondere, a volte, anche noi stessi. Ci sono passati individuali, pensieri intimi che motivano nel profondo le nostre scelte, ma che abbiamo difficoltà nel raccontare. Prendiamo decisioni, facciamo azioni che hanno senso nella testa di chi le pensa, ma che potremmo non saper spiegare all’altra parte nella coppia.  Ed è in momenti come questi che due vite, che dovrebbero essere parallele, si scontrano. Come per le nostre vite, la maturità nella coppia non è una retta, non è un assoluto. Essere maturi in una coppia non è un’illuminazione che ad un certo momento della vita arriva e non va più via, né una prerogativa che si raggiunge in un determinato tempo, netto e distinto per uomini e donne. L’età, il genere, il passato; niente di tutto questo è garanzia di consapevolezza. La maturità in coppia è un percorso che deve coinvolgere entrambe le parti e che non può, anzi non deve prescindere dalla reciproca comprensione e conoscenza. Ci possono essere circostanze in cui è più maturo scegliere di parlare insieme di alcuni aspetti personali, in altre la scelta migliore è non insistere perché forzare una confidenza potrebbe comportare troppo disagio. In situazioni di crisi la scelta più matura potrebbe essere sforzarsi e trovare dei punti in comune, salde fondamenta da cui partire per ricostruire un rapporto; altre volte invece ha più senso abbandonare una situazione che fa solo male. A volte può essere maturo scegliere di fidarsi ciecamente dell’altro, ma non per questo un carattere diffidente deve essere considerato immaturo. Di fronte a tutte queste circostanze così opposte e polarizzate, ognuno di noi ha tante possibilità di optare per l’opzione più matura, ma altrettante di sbagliare. Essere maturi e fare scelte mature in coppia significa rendersi conto che mentre si sta crescendo come individui, si deve crescere anche come insieme; sapendo che crescere può voler dire sbagliare. È capire come comportarsi, non solo in relazione alla nostra soggettività, ma anche considerando la persona che abbiamo vicino.

È un percorso lungo, costituito da reciproco sforzo e comprensione. Complesso, perché indescrivibile la difficoltà insita nel capire pensieri non nostri, i quali motivano però decisioni che influenzano anche noi. Duro, perché duro anche solo immaginare di condividere scheletri nell’armadio ed esperienze che vorremmo solo sigillare nell’oblio. E questa lunga strada verso la maturità di coppia, non può sintetizzarsi nel senso comune con una frase stereotipata tale per cui “Le ragazze a quest’età sono più mature dei maschi”. Uno scenario così stupendamente intricato, non può e non deve limitarsi ad aggettivare un genere, maschile o femminile che sia, secondo le regole dell’arena di guerra che è la doxa. Arrivare ad una maturità nella coppia deve essere lo scopo, universalmente umano, di raggiungere un’intelligenza emotiva che possa far serenamente convivere due anime.

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