Di Nicoletta Carli.  Che si parli della fine di una relazione o di un battibecco social ha poca importanza, quando ciò che conta per le testate italiane è vendere frivolezze. Così sempre più canali mediatici nell’era del 3.0 puntano i riflettori su un gossip deteriore, che cade decisamente nel pessimo gusto. Allo stesso tempo sempre più “VIP” sembrano aver deciso di cimentarsi anche nelle arti circensi, spettacolarizzando in modo esasperato ogni aspetto della loro esistenza. Connubio fatale, che porta pericolosamente l’informazione italiana allo sbaraglio. I numeri parlano chiaro: è necessario considerare l’aumento di un tipo di infotainment basato esclusivamente sulle frivolezze della mondanità. Non si parla solo della crescita numerica di spazi dedicati al gossip nelle testate giornalistiche, ma anche di pagine social e siti web. In sintesi, stiamo assistendo alla copiosa nascita di piattaforme che si occupano esclusivamente di quest’aspetto dell’informazione, raggiungendo percentuali di share sempre più ampie. E con questi numeri, chi non proverebbe a giocare carte false per una copertina. In tal senso alcuni personaggi pubblici fanno la qualunque per cercare di essere al centro della macchina mediatica, con lo scopo di aumentare la loro popolarità. D’altro canto, i canali comunicativi trovano notevole giovamento da atteggiamenti di questo tipo. La brutale verità è che uno scoop trash ben fatto nell’informazione 3.0, riempie non poco le tasche di un canale mediatico. Un pericoloso e monetizzato circolo vizioso, alla base del quale il popolo è allo stesso tempo vittima e carnefice. Ebbene, che piaccia o meno, la verità è che alla sanguinosa arena che è l’opinione pubblica il trash piace. Perché a volte può essere gradevole distrarsi dai problemi che gravano sulle nostre esistenze, concentrandosi su dettagli delle vite altrui. Forse anche perché piace credere che le élite siano ipocrite nel raccontare vicende e drammi delle loro storie, che sembrano vicine alle nostre, con le quali infatti tendiamo a fraternizzare ed empatizzare. Fin quando poi ci rendiamo conto che, a differenza nostra, i “VIP” i loro problemi li vivono pur sempre in un 5 stelle luxury. Insomma, per un motivo o l’altro, dobbiamo puntare il dito anche contro noi stessi. Finché alla collettività piacerà più leggere del gossip rispetto ad altre sfumature di informazione, i nostri consensi saranno monetizzati. Così facendo la macchina del trash non finirà mai di guadagnare sulla vendita di ignoranza. “Il popolo vuole essere ingannato, allora che lo sia”. Citazione che calza a pennello per descrivere quest’aberrante mercificazione di vite private a scopo di lucro a cui stiamo assistendo, non inermi.  Per qualche euro di incasso, ci stanno indottrinando un tipo di comunicazione che fa distogliere l’attenzione dagli eventi importanti e dalle informazioni fondamentali, per focalizzarsi sull’informazione spazzatura. Completamente decentrati e fuori rotta rispetto al vero ruolo del giornalismo nella società: la denuncia dell’ingiusto, verso il miglioramento.