Di Giordano Tabì. Finite le scuole superiori inizia la vita, e le vie sono due: continuare gli studi o andare a lavorare. Nella prosecuzione della propria carriera scolastica però non tutto potrebbe andare nel verso giusto, a vent’anni si deve avere la libertà di provare e di sbagliare, ma spesso l’università non aiuta le matricole, in particolar modo non le stimola a proseguire i loro studi. Ci si sente persi, inutili, e sembra impossibile trovare il percorso giusto, di studi e di vita. L’ambiente dispersivo e sconnesso di alcuni atenei, anche prestigiosi, ci crea insicurezze e un senso di smarrimento che spesso non riusciamo a comprendere e a superare.

Ma se ti dicessi che l’Università di Tor Vergata non è tutto questo? Probabilmente non ci crederesti, ma è proprio così. Aldilà di quella che possa essere la propria simpatia o antipatia nei confronti di professori e colleghi studenti, è innegabile che l’università di Tor Vergata ha una caratteristica che la contraddistingue dalle altre: l’intimità. L’ambiente caloroso e familiare, unito alle giuste amicizie e compagnie può diventare una vera e propria “culla” che ci porta con tranquillità all’obiettivo finale, il conseguimento del diploma di laurea.

Tuttavia, se dal punto di vista ambientale vi è un clima “familiare”, dal punto di vista della didattica e della gestione dei nuovi mezzi informatici vi sono alcuni problemi.

La didattica è, spesso, troppo teorica. La teoria è fondamentale ma l’università deve preparare al mondo fuori gli studenti, guardare altrove, non rimanere attaccata a principi teorici che molte volte rimangono fini a sé stessi.

L’altro problema è quello dei mezzi informatici, che devono essere un medium efficace, non una pesante zavorra.

Ma aldilà di questo l’università che vorrei è in parte già qui. Un’università dove non conta solo il voto di laurea ma il percorso accademico umano e didattico, dando importanza alle competenze sociali e relazionali acquisite oltre che ai voti. Un’integrazione che avviene in modo naturale e spontaneo e che ci proietta già socialmente formati verso il mondo del lavoro.

Una realtà non soffocante, ma stimolante, è il segreto del successo della ricetta di Tor Vergata che riesce a coniugare tranquillità e formazione.