Di Gabriele Sterbini. “Posso rientrare dopo la mezzanotte?”. Una delle frasi più utilizzate dai ragazzi nei confronti dei propri genitori. Da questa richiesta alla conseguente negazione infatti nascono i primi diverbi tra le due parti.

E’ proprio nei momenti di tensione che il rapporto genitore-figlio comincia a presentare degli attriti, dove si impone la figura paterna o materna contro l’insicurezza di un ragazzo che sta crescendo e pensa di essere già adulto. La conseguenza più frequente è la chiusura del ragazzo che tronca il dialogo con i genitori e si presenta una difficoltà nell’esprimersi per entrambi.

A maggior ragione non possiamo dimenticare che anche l’adulto può avere problemi nell’esprimere veramente ciò che prova verso suo figlio. Si ha paura di non esser capace a ricoprire il ruolo del genitore perfetto, colui che sappia metabolizzare nel miglior modo possibile i disagi che si presentano nell’infanzia di un bambino o nell’adolescenza del ragazzo.

Alla base di una buona comunicazione deve esserci innanzitutto il rispetto da ambedue le parti, aspettare quindi che colui con cui si sta instaurando una conversazione finisca di esprimere il suo pensiero per poi rispondere, indipendentemente dalla gravità della cosa che ha esplicitato, con calma e saggezza, così che la risposta possa essere da insegnamento per l’interlocutore. Controllare i sentimenti, quindi saper tenere a bada la rabbia e l’ansia così da mostrare all’altro un senso di sicurezza, quindi una figura su cui far riferimento.

Dalla parte del genitore deve esserci sempre una prevalenza nei confronti di un figlio, basta che questa non sfoci in una vera e propria dittatura. Ed è proprio lì che il ragazzo dopo che tiene dentro tutta la rabbia accumulata con il tempo, ad un certo punto esplode per poi distaccarsi dalla famiglia. La cosa giusta da fare durante un dialogo è immedesimarsi anche nei problemi del ragazzo, utilizzando una prospettiva più giovanile così che quest’ultimo trovi nel genitore un amico a cui può raccontare tutti suoi segreti più profondi(aspetto che ritroviamo molto più spesso nel rapporto madre-figlia).

Per concludere possiamo dire che un genitore deve farsi trovare sempre pronto ad ascoltare con mente aperta un figlio, instaurando una conversazione semplice ma profonda, proprio quando sta per diventare anche lui un adulto.