Di Cesare Ercolani. Una domanda che si fa  nelle conversazioni  è: “come stai?” Una semplice domanda la cui risposta nasconde spesso bugie, segreti, problemi, dubbi, incubi con un’affermazione molto facile da pronunciare che è : “sto bene” a volte sostituita da un più breve e conciso: “Tutto ok”. Una risposta data , a volte, con un sorriso che non appartiene a chi sta rispondendo, che in quel momento vorrebbe far tutto tranne che sorridere e dire: “sto bene”. Vorrebbe dire la verità ma a volte si nasconde , o meglio si cerca di nasconderla, anche a se stessi. Perché quando una persona si specchia e dice: “sto bene” ma non riesce a guardarsi negli occhi o  cerca di mandare giù le lacrime, mentre 0r8nunvia quelle fatidiche parole, sa già che sta mentendo e che c’è qualcosa che non va. A volte è vero,  si sta veramente bene ma spesso invece si mente e lo si fa per diverse ragioni: per resistere e combattere,  per non far preoccupare chi ci sta davanti, perché a volte si vorrebbe dire: “non lo so” o “male” per un semplice sbalzo d’umore o per qualcosa che va a intaccare l’umore. Ma non sempre una bugia basta, c’è chi sa leggere negli occhi le emozioni, le ferite aperte nascoste negli sforzi del dire “sto bene”. Chi riesce persino a capire da un messaggio che si sta mentendo e li purtroppo o per fortuna non ci sono più vie di fuga. Chi ascolta può insistere rischiando di esser trattato  male ma , può capitare, anche magari in maniera incosciente che chi sta mentendo, anche a fin di bene, sia contento che l’altra persona abbia capito perché a volte tutto ciò di cui si ha bisogno è di una persona che vada oltre le nostre parole, svelando segreti che sono diventati macigni. Una volta tolto il sasso,  una volta che si trova il modo di dire la verità che fa male si potrà dire veramente: “sto bene” e non sarà una bugia.