Di Nicoletta Carli. “Ha le sue cose”. Mai più. “Puoi passarmi un assorbente” sussurrato all’orecchio dell’amica. Ah si, “mi raccomando sotto al tavolo”. Dovessero mai capire che stiamo perdendo sangue a causa di un processo che permette la riproduzione della specie… Il primo festival del ciclo mestruale nasce dall’idea di liberare il nostro corpo da tabù come questi. Ormai decisamente retrogradi e mortificanti.

Save the date. A Milano dal 17 al 19 giugno, primo festival italiano delle mestruazioni.  Altro colpo tirato a segno per tutte le donne. In particolare, per quelle che ogni giorno sono in prima linea per sradicare ogni dogma sul corpo femminile. Ebbene sì, nonostante si tratti di una sequenza di cambiamenti fisiologici periodici che ha luogo nell’apparato femminile dall’inizio dei tempi, si tratta comunque di un tema ancora coperto da stigma. Una realtà naturale ed innocua, coperta da spessi strati di ignoranza, perché millenni di società patriarcali hanno deciso così. Adesso basta. Le donne hanno sofferto fin troppo rinchiuse in queste censure. L’idea del festival del ciclo mestruale nasce con Alessandra Giglio, scrittrice ed attrice, e Sonia Castelli, psicoterapeuta. Le due già a Febbraio 2021 hanno discusso la questione attraverso il podcast “Eva in Rosso” e proprio grazie a questo hanno avuto modo di accorgersi di quanto ancora fosse un tema dogmatico, anche per le stesse donne che lo vivono tutti i mesi. “Ci siamo rese conto che questo argomento ha bisogno anche di uno spazio pubblico, perché parlare di ciclo mestruale ha molte sfaccettature diverse: riguarda la salute, il benessere, il costume, ma anche la politica e l’economia”, hanno dichiarato. Così questi tre giorni saranno dedicati al ciclo mestruale a 360°, dal benessere e la salute, ovviamente in primo luogo, ma altrettanto delle implicazioni socio-economiche e politiche. Dalla Tampon tax, questione che porta con sé interrogativi ed indignazioni ingenti. Una battaglia legata al fatto che fino all’anno scorso in Italia, gli assorbenti avevano un’IVA al 22%, tra le più alte al Mondo. Abbiamo pagato per anni l’IVA imposta ai beni di lusso su degli oggetti di prima necessità, pur non scegliendo noi di subire il flusso mestruale. Si parlerà di prime mestruazioni, come raccontarle e capirle, sperando di sfatare il mito del “Sei diventata signorina”, per raggiungere una comunicazione più funzionale del fenomeno. Tema fondamentale, specialmente se teniamo conto del fatto che nel sistema scolastico italiano non c’è un’educazione mestruale adeguata. Poi ancora sindrome premestruale, endometriosi, vulvodinia, neuropatia del pudendo. Malattie ancora “semisconosciute” che vedono interessato l’apparato riproduttore della donna. Patologie delle quali soffrono, tanto, molte più donne di quanto si possa immaginare. Che subiscono nella maggior parte dei casi un ritardo diagnostico, anche a causa di una significativa disparità a livello di studi e di medicina, fra il corpo dell’uomo e quello della donna. Perché per anni il ciclo mestruale è stato associato automaticamente a dolore, senza chiedersi mai il perché. Senza mai pensare che tutto quel male subito non fosse naturale, ma potesse derivare da stati patologici.

Le patologie legate all’apparato riproduttore femminile non possono essere ancora “semisconosciute”, perché il dolore è da sempre automaticamente associato al ciclo mestruale. La società di oggi non può più permettersi tutto questo. Il corpo di ogni donna non deve essere sofferenza, né deve portare vergogna. Non deve essere tabù, non può essere una gabbia stereotipata. Quest’evento è un altro significativo passo verso l’emancipazione. Ma gambe in spalla, la strada è ancora lunga.