Di Chiara Sabatini. Molestare una donna in modo verbale o fisico è una mancanza di rispetto, un atto vergognoso e spregevole da parte di un uomo…o è lecito? Secondo il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza assolutamente no, anzi è un bell’apprezzamento. Manco a dirlo scatenando un putiferio su tutto il territorio nazionale.

Durante l’adunata nazionale degli Alpini tenutasi pochi giorni fa tra Rimini e San Marino, sono state raccoltre oltre 150 testimonianze e denunce di donne che hanno subito molestie, fisiche e verbali. Le donne che si trovavano nei bar e ristoranti, venivano bloccate e minacciate da gruppi di uomini che all’unisono urlavano, sbattevano pugni sulle vetrine e  soprattutto giustificavano le proprie azioni, affermando di essere Alpini e dunque avere il diritto di importunare le donne, in virtù anche della loro appartenenza ad un gruppo. Le innumerevoli violenze subite sono venute alla luce attraverso la ripetuta pubblicazione di post sui social legati alla giornata del raduno. Le testimonianze delle donne raccolte dall’associazione Non Una di Meno, hanno fatto si che gli episodi di violenza subiti da uomini alterati dall’uso di alcool, venissero denunciati, ma non mancano soggetti che hanno spezzato lance a favore delle penne nere e tra questi, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che oltre a definire l’associazione Non Una di Meno della “gentaglia”, ha persino dichiarato che violenza non è fare apprezzamenti alle donne; al contrario dire che una donna ha delle belle gambe o un bel fondoschiena è normale da parte dei maschi.

Donne, intente nelle loro attività lavorative, provate ad essere leccate sulla bocca mentre prendevano ordini al tavolo e costrette ad osservare uomini ubriachi lerci mimare atti sessuali mentre si giravano a sparecchiare, è giusto secondo uomini come Dipiazza. È un’oscenità affermare in tv tali parole nel 2022. Politici, sindaci e soldati, uomini che rappresentano il nostro paese, convinti della normalità di questi eventi: una vergogna. Portare un cappello da Alpino o qualsiasi altra divisa, non autorizza a sentirsi superiore. È assurdo  che un ramo dell’ esercito italiano, quello che ci difende, e altri esponenti politici, possano arrivare ad affermare di poter molestare e infastidire le donne e definirla come una normalità. Giustificare il cat calling è quello che permette l’escalation della violenza di genere. Nessuna donna prova piacere o divertimento ad essere insultata, toccata o infastidita da un uomo, ma uno dei maggiori e veri problemi è che la cultura dello stupro, portata avanti da innumerevoli anni, venga ancora messa in atto da sessantenni o settantenni – età media di quegli esseri descritti dalle donne vittime di intimidazioni – uomini che si dia per scontato essere abbastanza maturi e soprattutto in dovere di dare il buon esempio alle future generazioni.