Di Simone Balmas. Contropiede, giocate individuali, passione, tecnica, bel gioco sono alcune delle caratteristiche tattiche e comportamentali che hanno portato la Lazio di Maurizio Sarri a vincere entrambe le ultime due partite di campionato per quattro a zero. Un risultato ampio ma giusto per quello mostrato in campo dalla squadra. C’è da dire però, che questi risultati sono arrivati contro Cremonese e Spezia. I biancocelesti non hanno perso la concentrazione durante la pausa nazionale e ne hanno approfittato per rimanere ancorati alla zona Europa grazie anche agli scivoloni alterni di Inter, Roma e Juventus. Negli scontri diretti quest’anno, la squadra di Maurizio Sarri ha ottenuto una vittoria contro i neroazzurri e una sconfitta contro il Napoli. Contro le piccole invece ha quasi sempre portato a casa i tre punti. Le squadre che il tecnico toscano ha allenato in questi anni mostrano tutto il loro potenziale quando hanno la possibilità di esprimere il loro gioco al meglio, anche in questa stagione tranne nelle trasferte al Marassi di Genova contro la Sampdoria (1-1) e all’Olimpico di Torino contro il Torino (0-0). Quanto è grande la differenza di prestazione quando si è spinti dal proprio pubblico! In Europa la storia cambia, contro formazioni sulla carta abbordabili come il Midtjylland la Lazio sbaglia, perde (1-5). Un errore di testa, di concentrazione. Anche perché si sa che le trasferte in Europa sono complicatissime, molti chilometri, clima o molto caldi o freddi e tanta stanchezza sulle gambe. A Graz non va oltre un pareggio stiracchiatoPer confermarsi come grande squadra, la Lazio dovrà cercare di mostrarsi abile in condizioni ostili, specialmente nella prossima trasferta di Firenze contro la Fiorentina. La squadra di Sarri, al suo secondo anno sulla panchina biancoceleste, sta acquisendo molto bene i meccanismi di gioco del suo tecnico.  I mezzi ci sono, la qualità di alcuni giocatori è indiscutibile e quando l’organico di squadra è in fiducia e non sente la pressione delle grandi sfide, come nelle ultime due partite, il risultato è buono, ma una grande squadra lo rimane anche quando si alza l’asticella della difficoltà; l’esperienza dell’ ex tecnico di Juventus, Napoli e Chelsea, abituato alle grandi piazze, deve essere un punto di partenza ma sarà un lavoro complicato  anche per l’allenatore a cui in carriera è sempre stato chiesto un briciolo di concretezza in più.

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