Di Gabriel Seinato. Nato nel 2009, il Fair Play Finanziario è entrato in ribalta solo negli ultimi anni con i scandali delle restrizioni  finanziarie di diverse top squadre calcistiche come Barcellona, PSG e Milan , solo per citarne qualcuna. I diversi procedimenti infliggono le squadre non solo a livello di trasferimenti ma, anche una loro esclusione di partecipazione alle competizione europee e possono andare a infliggere anche il loro numero di giocatori in rosa. Non si sa però, in quante squadre realmente rispettano il tetto massimo imposto dall’UEFA; risaputo ormai i maxi trasferimenti di squadre gestite da Sauditi Arabi e magnati dell’Est Europa, come Paris Saint-Germain, Manchester City e Chelsea, dove si possono notare i tantissimi milioni spesi per acquistare i giocatori di maggior calibro al momento ma soprattutto i maxi ingaggi e le ancora più spropositate commissioni pagati agli agenti di quest’ultimi. La Liga Santander, campionato di prima divisione spagnola, quest’estate ne ha denunciato l’accaduto all’UEFA portando in causa il PSG di Al-Khelaifi per il rinnovo mostre di Kylian Mbappe e il Manchester City di al-Mubarak a causa del trasferimento di Erling Haaland per la spesa folle di commissioni agli agenti del calciatore. Forse leggendo le regole imposte dall’UEFA sul FPF ad alcune squadre è scappata qualche riga importante o, non siamo a conoscenza di qualche pre-accordo tra le potenze economiche più grandi nel mondo calcistico e di chi ne “dovrebbe” fare le feci e cercare di non rovinare lo sport che appassiona e avvicina tutto il mondo.

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