Di Simone Ferri. Non sono amico della fine ma ogni cosa bella è destinata a volgere al termine.
E così, su Giornalismo Televisivo è calato il sipario e anche qualche lacrima; all’apparenza un semplice corso universitario, rivelatosi poi molto di più di quanto possiate immaginare.
L’aula T33 non è stata solo la location dove si sono svolte 6 ore di lezione a settimana. Quelle 4 mura ci hanno permesso di andare oltre ogni aspettativa.
Il capitano di questa avventura è il Professor Marco Palma, docente mai sopra le righe ma fuori dagli schemi. Ha catturato l’attenzione di ogni persona, ha rapito i loro sguardi attirandoli a sé. Un esperto giornalista, che con i suoi mantra di vita, sa quando e come cogliere l’attimo.
Entrando nell’ambito pratico, le idee del singolo studente hanno sempre prevalso su tutto, e si sono concretizzate in articoli scritti di pancia ed in punta di penna, videoinchieste che hanno approfondito vari temi “scomodi” e attuali, ma soprattutto dibattiti tenuti dagli studenti stessi su argomenti sociali, che toccano la maggior parte degli adolescenti. Quest’ultimo tassello è stato l’ingrediente principale per la crescita di ognuno, aprirsi al dialogo, condividere il proprio vissuto, porre domande e ricevere risposte, confrontarsi e raccontarsi.
Man mano che il tempo faceva il suo corso, il gruppo si è sempre più compattato e collaudato, diventato il vero motore di Giornalismo televisivo.
Partecipare a questo percorso è stato un privilegio assoluto, un’opportunità rara al giorno d’oggi, che l’università ha offerto. È stato come per un ateo addentrarsi in una cattedrale e ritrovarsi a credere.
Ringrazio tutti i compagni di viaggio per aver camminato insieme, ma ringrazio soprattutto l’immenso professor Palma per averci preso per mano e per averci guidato con prudenza e saggezza.
Adesso si va avanti, senza meta ma col serbatoio pieno!

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