Di Andrea Rovazzani. Le elezioni Politiche del 25 settembre scorso, sono state caratterizzate da un dato significativo  un forte astensionismo, dovuto in gran parte alla mancata affluenza alle urne da parte dei giovani.  Si calcola che più del 60 % dei millennial sia rimasta a casa quel 25 settembre di un anno fa. La domanda sulla quale si sono interrogati analisti e politici è il motivo di tale astensionismo.

Uno dei motivi del disinteressamento dei giovani verso la politica è la mancanza di fiducia nella attuale classe politica che non credono  rappresenti le loro rivendicazioni, dall’ambiente ai diritti. Una classe politica, oramai “vecchia” poiché legata a falsi stereotipi come l’antifascismo militante per un periodo che ha riguardato solo i loro nonni, oppure il guardare al politicamente corretto quei temi che fanno apparire concetti come   patria e famiglia  modelli antichi e discriminatori.

Un altro motivo è la mancanza di credibilità dei giovani nell’attuale classe politica a causa del trasformismo, ovvero il passaggio da un partito politico ad un altro, rinnegando in questo modo il loro ideale.

Un modo per far tornare i giovani ad occuparsi di politica, che poi significa vederli farsi carico delle scelte che riguarderanno il loro futuro, potrà essere solo quello di “dimostrare”, cioè dare concretezza alle parole che dovranno essere chiare, con programmi attuali e non solo demagogici, ricordando ai nostri politici che tutti noi abbiamo “memoria”, di quello che hanno sostenuto in passato e poi ripudiato nel presente e, ancor di più, delle loro azioni governative che sono state tutto, fuorché  a favore delle classi meno anziane.

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