Di Francesco Rozzo. L’idea di istituire un liceo del “Made in Italy” annunciata da Giorgia Meloni si rivelerà una trovata geniale che ci permetterà, in un colpo solo, di colmare le lacune del sistema scolastico e valorizzare le eccellenze italiane. Magari sarà così. Ma più probabilmente no. Perché in effetti dietro l’annuncio della presidente del consiglio c’è tanta propaganda, ma poca sostanza. La proposta del “ Liceo del Made in Italy” conferma la scarsa lungimiranza di un governo che guarda a decisioni identitarie sterili piuttosto che farsi carico delle sfide del nostro tempo. Siamo convinti che sia necessario cambiare il modello culturale nel quale affonda le radici il sistema educativo; tuttavia, questo non può avvenire guardando al nostro ombelico, ma solo aprendo agli scenari globali che richiedono attenzione e cura, su tutti il riscaldamento globale. Inoltre la presidente Meloni parla dei licei e istituti tecnici ponendo un conflitto tra i diversi percorsi di studio, tra un “sapere” e un “saper fare”; distinzione che, invece, può essere trampolino di lancio con i giusti investimenti sulla didattica laboratoriale e non- anche qui- una proposta di dubbio gusto sulla scia di scelte identitarie fuori fuoco. Piuttosto si investa verso metodologie che permettano a tutti e a tutte di imparare facendo, per valorizzare i talenti di chi studia e sostenere i docenti in un autentico processo innovativo e di crescita.