Di Martina Migliaro. “Al cuor non si comanda”, ma quanta poesia può esserci se in una coppia lui ha 19 anni e lei, soltanto 13enne, è incinta del loro bambino?

È quanto accaduto nel 2021, nel Mantovano. Al tempo i due – le cui famiglie già si conoscevano – hanno avuto una relazione intima, risultata evidente quando la ragazzina, che frequentava le scuole medie, è rimasta incinta. Si è pensato subito a un caso di abuso su minore, ed è così scattata la denuncia nei confronti del ragazzo, che ora rischia dai 6 ai 12 anni di detenzione. A due anni di distanza, all’udienza preliminare i due si sono presentati insieme, mano nella mano, con la bambina e i nonni. I ragazzi dicono di voler stare insieme e di voler portare avanti la loro famiglia, appoggiati dai genitori che sostengono di aver accettato la loro storia d’amore già da tempo. Questo a sottintendere che non c’è mai stata una denuncia né da parte dei genitori della ragazza, né da parte della tredicenne stessa. Pare anzi che, a detta della ragazza, sia stata lei a prendere l’iniziativa, che lui evidentemente non ha respinto, nonostante la differenza di età. È sicuramente una situazione complessa e delicata, e decidere cosa sia giusto e cosa no si rivela particolarmente difficile. Per quanto la legge serva a tutelare gli individui, in casi come questi l’oggettività viene meno. Quello che risulta chiaro ad oggi, nel 2023, è che bambini e adolescenti sono sempre meno ingenui, soprattutto riguardo al tema della sessualità. Anche i più piccoli hanno accesso a una quantità indefinibile di materiale su tutti i social e tutte le piattaforme esistenti, per cui non appare così assurdo che anche solo a 13 anni una ragazzina possa decidere autonomamente e consapevolmente se avere o meno rapporti di natura sessuale con un’altra persona. E non è ovviamente da escludere che, oltre al solo consenso, ci sia davvero un sentimento amoroso. Essere giovani non ha come prerogative una mancata maturità o una scarsa intelligenza. Non possiamo sapere come sia andata realmente, ma a detta sia dei giovani genitori che dei nonni della bambina, il rapporto sessuale è avvenuto con il consenso di entrambi, e non si tratterebbe quindi di violenza; a maggior ragione si potrebbe accantonare il ricorso alla pena per il ragazzo, perché “non c’è traccia della violenza presunta dalla legge”, come spiegato anche dall’avvocato di lui. Sembrerebbe proprio che l’amore questa volta abbia prevalso su tutto, anche sulla differenza di età, idealmente aberrante ma praticamente accettata, ma bisognerà attendere le prossime udienze per conoscere il parere del giudice e l’epilogo di questa storia.