Di Maria viviana Morini. In una società maschilista, è difficile per una donna insediarsi nella cultura economica e sociale di un paese. Questo può essere visto su vari ambiti. Primo fra tutti è l’ambito lavorativo. In un colloquio di lavoro, ad una donna come prima cosa, le si domanda se vorrà avere dei figli, come se avere figli possa in qualche modo influire sulle sue capacità lavorative. Inoltre, se volessimo spostarci in ambito economico, rimanendo collegati a quello lavorativo, potremmo dedurre che le donne guadagnano meno rispetto agli uomini, e se non dovreste crederci, potreste tranquillamente cercare su internet e vi usciranno numerose statistiche che dimostrano la fattispecie. Ora spostiamo l’attenzione sull’ambito culturale. In alcune nazioni, sotto l’influenza anche delle religioni, le donne faticano ad avere una propria identità. Pensiamo all’Iran, le donne possono essere vittime di stupro da parte dei loro mariti senza che venga considerato reato. Non solo, non possono ballare, cantare o viaggiare sole. O ancora, pensiamo all’Afghanistan, i talebani hanno chiuso le università a tutte le donne. Potrei continuare all’infinito, sottolineando le molteplici discriminazioni che la donna riceve, non solo all’interno della sfera privata della famiglia, ma anche nella sfera giuridica e pubblica. Le cause e le conseguenze di queste discriminazioni si mostrano differenti da paese a paese, la disuguaglianza è percepibile e largamente diffusa.

 

A questo punto, la domanda sorge spontanea, come si sente una donna a vivere in un mondo in cui ancora non viene accettata del tutto? Un mondo in cui si dispiega tra lavoro, famiglia, ostacoli posti da una società in cui considera la donna come troppo emotiva per rivestire determinati ruoli. Bisognerebbe cominciare a pensare che l’emotività non ha a che fare con un genere ben preciso. Dovremmo pensare che nel 2023 non ci sono ruoli destinati solo alle donne e altri solo agli uomini, in qualche modo l’umanità si è evoluta, o almeno sembra, ma ci sono ancora molteplici aspetti da modificare.

 

Rimarcando il concetto, ancora diffuso nella società, secondo cui è difficile accettare che una donna sia in grado di svolgere alcuni lavori, o addirittura introdurre delle novità nel panorama culturale, citerò alcune invenzioni che sono frutto del lavoro di donne, scoperte proprio da quest’ultime.

Il ‘Monopoli’ di Elizabeth Magie, i ‘Baci perugina’ di Luisa Spagnoli, la ‘Struttura molecolare del dna’ di Rosalind Franklin, la minigonna di Mary Quant.

 

Devono essere percorse ancora molte strade affinché si arrivi ad una totale parità di genere. Si augura che tutte le donne del mondo possano riappropriarsi dei propri diritti e delle proprie libertà. Che non siano più oggetto di credenze religiose antiche. Si auspica a diminuire quel divario tra uomo e donna, un divario in cui ci sono dei limiti. Un divario che prima o poi verrà abbattuto.