Di Vanessa Morelli.

Una nuova prospettiva

Sono entrata in questo laboratorio in punta di piedi, non sapevo cosa potesse aspettarmi in quella classe, ero spaventata e inizialmente mi sentivo piccola rispetto a qualcosa che sembrava essere tanto più grande di quelle che credevo essere le mie capacità. Ricordo durante la prima lezione, osservavo ciò che mi circondava, cercando di capire se quello fosse il posto giusto per me. Rimasi affascinata da quell’ambiente composto di menti pensanti, critiche e forti nelle loro opinioni, pronte ad andare contro tutti pur di dire la propria, in cui in fondo mi ci riconoscevo. Devo dire che nel laboratorio non mi sono mai sentita sola, anche quando temevo di non poter essere all’altezza delle aspettative, e con il tempo ho cominciato a credere in quello che stavo facendo e a costruire mattoncino dopo mattoncino l’identità che tanto ancora oggi continuo a cercare. Ho trovato molto stimolanti le lezioni con lei prof, che sono riuscite a darmi l’idea del mondo che nasconde il giornalismo e che mi incuriosisce sempre di più, quella necessità di voler capire la verità dietro una persona, scoprire una storia che cela, oppure analizzare una situazione per trarne critiche e conclusioni, sono state per me carburante. Con il tempo ho avuto modo di conoscere sempre più persone su quei banchi, fonte di confronto puro e positivo, parte indispensabile del percorso, insieme abbiamo pianto e riso ai nostri racconti, a volte ci sono stati dibattiti accesi che hanno portato alla luce i caratteri più impulsivi e forti, imparando così a riconoscere la bellezza del pensiero opposto al proprio. Le riflessioni e i suoi insegnamenti prof non li posso dimenticare, ci hanno spronati ad essere attivi alle occasioni che ci troviamo davanti ogni giorno sull’onda appunto del carpe diem, e a capire che non esiste un momento in cui sia troppo tardi per mettersi in gioco, e che la parola ‘’ormai’’ in effetti non può esistere e che anche se sembri andarci tutto contro, in realtà una via parallela ci deve essere sempre. Questo laboratorio come immaginavo non ha deluso affatto le mie aspettative, riconosco di essere cambiata almeno un po’ e di vedere ad oggi le mie capacità in maniera diversa. Sento di aver dimostrato a me stessa dopo questi tre mesi di poter abbattere quei muri che prima mi tiravano giù, e che il futuro che ci aspetta in realtà dipende dalla mentalità con cui lo si affronta e dal coraggio e la forza di imporre il proprio desiderio e necessità espressiva su quei pensieri che paralizzano e schematizzano la crescita. Una nuova prospettiva, si, da cui guardare un nuovo capitolo.

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