Di Elisabetta Orrico.

Il 3 ottobre scorso sono entrata nell’aula del laboratorio sola è un po’ spaventata. Le voci che giravano su questo corso erano tante: troppo impegnativo, troppa mole di lavoro, troppo immersivo. Ho seguito la prima lezione piena di incertezze. Pensavo che non fosse compatibile con la mia persona, io sono timida, riservata, ascolto più che parlare, mentre ciò che ci ha chiesto il professor Palma era tutto il contrario, mettere le carte in tavola, aprirsi, buttarsi. Ho deciso allora di mettermi in gioco, catturata dalle sue parole che mi spronavano a provarci, quanto meno. Piano piano la mia paura è passata in secondo piano, tra gli articoli e i dibattiti ho finalmente trovato un luogo nel contesto universitario dove poter dire la mia senza preoccuparmi di cosa possano pensare gli altri. 

L’insegnamento che il professore sceglie di seguire non è quello classico e solo teorico, ma decisamente pratico e immersivo, ti fa entrare dentro la materia senza quasi accorgertene. Ma non si ferma solo alle 4 mura dell’aula, ti accompagna anche oltre, con i saluti mattina e sera e una mano sempre tesa per qualsiasi problema gli studenti possano avere, non importa quanti siamo, ha sempre una parola per ognuno. Ci ha insegnato a cogliere ogni momento della vita, ci ha insegnato che dagli errori si impara, dagli eventi brutti ci si rialza più forti e più consapevoli. Tutto questo non lo ha fatto solo con le sue parole, ma anche tramite le nostre, ci ha spronati e invogliati a tirare fuori parti di noi che tenevamo nascoste al mondo, così da imparare dagli eventi delle vite di chi ci circondava cosa è davvero il giornalismo. Trovare persone che amano il proprio lavoro in questo modo è altroché raro, la fortuna e le opportunità che ti dà questa esperienza sono tangibili fin dalle prime lezioni.

Come dicevo all’inizio, sono entrata in quell’aula sola e spaventata, ma oggi ne esco in compagnia di nuovi amici e con in cuor mio la consapevolezza che tutto mi è possibile, nulla mi può fermare.

Grazie al professor Palma, che crede in degli sconosciuti e ne fa uomini e donne di domani, e grazie ai miei compagni di percorso, che sono cresciuti con me.

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