Di Ramona Romeo. La tensione, l’intensità, il dettaglio, la sorpresa; tutto questo è Oppenheimer: un’opera densa, colossale, spinta soprattutto verso l’attacco. Veniamo totalmente risucchiati nell’immensità del dramma della pellicola a tal punto da essere definita da Nolan stesso “quasi un film dell’orrore”. La tensione arriva al culmine, finché non esplode. È così che ci si sente: L’emozione continua che cresce, data dai silenzi, rumori, sguardi,ciò risulta estremamente ansiogeno a tal punto da farci tremare dentro.

Il 23 agosto in Italia è uscito Oppenheimer, interpretato dal grandioso Cillian Murphy, l’ultimo film prodotto e diretto da Christopher Nolan, il quale decide una volta per tutte di alzare l’asticella e si impone sul mondo con quest’opera maestosa. Nolan è riuscito a raccontare la storia del padre della bomba atomica, sradicando nella mente del suo protagonista, affascinato dalla complessità e dal paradosso. Affermiamo qui che il vero potere deriva dai dialoghi, spesso complessi date le tematiche scientifiche e politiche ma che fanno da sfondo principale all’opera. Il film è una riflessione sull’umanità, sulla capacità della mente di andare oltre i limiti e arrivare ad un punto di non ritorno, infatti, ciò che fa il regista è porci davanti alla gravità assoluta delle scelte fatte, farci sprofondare nell’inconscio di Oppenheimer, capire i suoi dubbi, riflessioni, tutti i suoi movimenti; come se l’obiettivo non fosse solo guardare il film per capirne la storia ma parteciparvi, essere parte integrante della mente e dell’anima del protagonista. Si è interamente coinvolti nella storia di una persona che ha preso le redini dell’intera umanità, volta a seguire una serie di eventi distruttivi. Senz’altro un film stratificato che in tre ore incastra vicende intime, personali, politiche che condurranno ad un lungo processo. Cos’è Oppenheimer? Lo specchio di una realtà corrotta. La consapevolezza dei fisici che hanno partecipato alla creazione del progetto Manhattan e di avere tra le mani il fuoco che avrebbe incendiato la nostra esistenza.

“Ora sono diventato morte, il distruttore del mondi”, la frase incisa sulle labbra di J.Robert Oppenheimer dopo aver sganciato la prima bomba atomica il 16 luglio 1945.

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