Di Abraham Bisignano. Al via dal secondo semestre del 2024 l’attivazione dei nuovi varchi per la ZTL Fascia Verde nella Capitale, con l’introduzione di pedaggi per l’eventuale ingresso nelle zone del centro storico.
Una misura che suscita non pochi grattacapi, a partire dai pendolari che quotidianamente raggiungono il pieno centro per lavoro: molti sono infatti coloro che quotidianamente si spostano dalla periferia con le proprie autovetture, e che vedrebbero diventare il loro “accesso” nel centro città quasi un salasso.
Se la proposta nasce con un fine nobile, quello cioè di limitare il traffico e l’inquinamento, meno nobili tuttavia sono le possibilità che i cittadini romani hanno per ovviare al “problema”, dovendo affidare il loro destino a mezzi pubblici che, nonostante un parziale rinnovamento della flotta, ancora risultano insufficienti per gestire seriamente un flusso di persone in potenziale crescita con queste nuove misure.
A sommarsi a tutto ciò l’imminente giubileo del 2025 che vedrà milioni di persone da tutto il mondo raggiungere la capitale per l’anno santo.
Una situazione quasi paradossale quella che vede coinvolta quindi la giunta capitolina, che si trova ad investire milioni per nuovi varchi ZTL, ma che da anni non riesce ad ovviare ad un problema mobilità che rende insostenibili le giornate per migliaia di romani e non.
A partire dalla nota Metro C, progetto che vedrà “solo” nel 2025 l’attivazione delle stazioni porta metronia e fori imperiali, e che ancora non offre un servizio all’altezza delle altre due linee capitoline, con gli intertempi tra un convoglio e l’altro che arrivano addirittura fino a 12 minuti (quasi il triplo rispetto alla linea A).
Per non parlare poi del servizio su gomma, oggetto di quotidiani ritardi o soppressioni di corse, e che vede spesso coinvolte vetture di certo non degne della capitale d’Italia.
Il punto, arrivati sin qui, è che se il servizio pubblico romano fosse all’altezza di quello di altre città (Italiane e non), forse non ci sarebbero accorate lamentele da parte dei cittadini sull’introduzione di misure più stringenti sulla ZTL, ma piuttosto delle mere perplessità su come modificare nella maniera più efficiente possibile il proprio viaggio dalla periferia al centro città.
Del resto il “modello Milano”, con la sua efficienza nel servizio pubblico, ci potrebbe insegnare davvero tanto, pensando ad una mobilità sostenibile, con poche auto e più mezzi a servizio costante delle persone.
E chissà che magari un giorno, consci di tutto questo, anche nella nostra cara Caput Mundi spostarsi con i mezzi non sarà più un viaggio della speranza…