Virginia D’Itri – In genere la nostra esperienza museale ha inizio oltre una rampa di scale, continua con la visione di un video, con la lettura di una didascalia o con l’ascolto di una guida…
Siamo partecipi di una serie di azioni perfettamente naturali, senza renderci conto che queste sono di fatto irraggiungibili per qualcuno. L’accessibilità all’interno di uno spazio culturale infatti non può essere ridotta soltanto alla presenza fisica, bisogna indagare anche sulle percettività cognitive e sensoriali che ci può offrire, al fine di proporre una piena integrazione dei cittadini che desiderano prenderne parte.
Su questa linea si muovono moltissimi progetti che sono stati presentati alla Sovrintendenza per rovesciare una situazione chiaramente lancinante nei riguardi di coloro che si sentono discriminati da parte del loro stesso Stato. Alcuni sono stati realizzati, altri conchiusi o dimenticati! È necessario dunque concentrarsi sui primi. Nelle piattaforme digitali si può accedere ad una pagina web, ideata come guida alla quale le persone diversamente abili possono appellarsi per essere certe che la loro visita si svolga senza ostacoli. Nel suddetto sito, i musei di Roma che permettono una piena fruibilità si riducono a 7, a fronte dei 77 presenti sul suolo romano e censiti dal MIBAC nel 2018!
I numeri alludono da sé alla criticità della situazione, credo che in fondo sia relativa la presenza di qualche segnale o miglioramento perché il cammino è ancora in salita. Parliamo di una piena uguaglianza, ma finché gli interventi in merito restano sporadici siamo i primi a penalizzare qualcuno: i musei sono gestiti da noi e diventano riflessi del nostro animo. Si può affermare dunque che nel XXI secolo è ancora presente una notevole non curanza verso questi utenti preziosi, verso i loro sogni e le loro aspettative di potersi integrare a pieno all’interno di una struttura pubblica, per di più portatrice di cultura.
A questo punto mi rivolgo a chi dovrebbe occuparsi del caso: credo sia il momento di intervenire a tutto tondo, una sì bella iniziativa non può trasformarsi in una frustrante odissea!
Prima cambierà la situazione, più i musei riusciranno a svolgere totalmente l’obiettivo prefissato di garantire a qualsiasi fruitore una piacevole esperienza.