Di Irene Bollici. Antagonisti delle proprie vite; persone che vogliono mettere il naso in chi ha molto da nascondere. E non visti come amici, sicurezza, legalità. Questa è la percezione che molti giovani hanno delle forze dell’ordine.
E’ difficile oggi spiegare a loro l’importanza che le istituzioni hanno nelle vite dei cittadini anche se in modo molte volte indiretto. Ma anzitutto visti come chi
vuole rovinare i loro sabato sera fermandoli con la macchina e facendo i controlli con l’alcol test o peggio portarli in questura perché erano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Fatta questa premessa è opportuno dire che i giovani non capiscono a fondo il vero senso dell’esistenza delle forze dell’ordine.
Queste ultime sono istituzioni nate per servire lo Stato ma sopratutto per salvaguardare i cittadini. Non tutti gli uomini di Polizia di Stato e Carabinieri rischiano la vita per strada, molti fanno soltanto lavori da ufficio ma tutti in un modo o nell’altro mettono del proprio per poter mandare avanti questo paese.
E’ difficile poter parlare o meglio definire il rapporto fra i giovani e le forze dell’ordine, perché come ogni cosa ci sono sostenitori e oppositori.
Molti giovani oltre a stimare il lavoro delle forze armate cercano di intraprendere queste professioni, che sia l’Esercito, l’Arma dei Carabinieri o la Polizia.
Poi ci sono coloro che invece ripudiano le istituzioni: coloro che durante le manifestazioni aggrediscono, molte volte per primi, le forze dell’ordine; inneggiano cori contro polizia e carabinieri. Il lavoro più grande da fare è infatti con quest’ultimi, che rifiutano anche solo il pensiero che le forze dell’ordine possano stare dalla loro parte.