Di Irene Bollici. Crederci è questo il problema.
Poter dare fiducia a quella divisa, a quell’uomo che la indossa, quell’uomo visto sempre come il nemico, come colui che vuole farci del male e, come colui che si diverte ad arrestare le persone.
Il problema dei giovani d’oggi è proprio questo, vedere questi uomini in uniforme come persone ostili, fuori dal comune. Ma la vera colpa è solo di noi giovani?
Per molti si, ma la vera domanda che bisogna porsi è: “questi uomini in uniforme cercano mai un dialogo con i giovani?”. Forse non sempre.
Dunque non avendo questo dialogo, o meglio non avendo il minimo stimolo per poter intraprendere la strada del dialogo i giovani tendono ad affrontare un colloquio con le forze dell’ordine con toni poco pacati.
Dal canto loro quest’ultime non si impegnano a prendere di lor iniziativa questa strada.
Basti vedere il caso Cucchi in cui, tre carabinieri hanno preferito intraprendere la via più semplice, ma anche più scomoda e disonorevole, di arrestare, maltrattare e malmenare fino ad uccidere un ragazzo, che si aveva precedenti, ma era un essere umano che se avesse avuto la possibilità di avere un dialogo giusto e senza pregiudizi, forse adesso sarebbe ancora con la sua famiglia.
O ancora, facciamo un salto nel 2014, il Caso di Davide Bifolco, ucciso da un carabiniere con un colpo di pistola durante un inseguimento.
Fatalità, in questo caso, o premeditazione?
Ma anche i giovani occupano un ruolo altrettanto importante, basti pensare al caso del Vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, 35 anni accoltellato durante un controllo per un borsello rubato a Roma in  Prati, gli assassini in rilievo sono due ragazzi di 19 anni.
In queste dinamiche sopra elencate non possiamo puntare il dito e dire è colpa di questo o è colpa di quell’altro, non possiamo nemmeno pensare che certi casi non si presentino più, perché ci sarà sempre un carabiniere indegno di portare una divisa e ci saranno allo stesso modo giovani che denigreranno l’uniforme e il potere delle forze dell’ordine perchè abituati a delinquere. Ma quello che servirebbero a questi ragazzi oggi è sapere a cosa possono andare incontro le forze dell’ordine; è sapere che possono fidarsi di questa divisa nel caso in cui dovessero avere  bisogno di aiuto.
I giovani hanno bisogno di crederci che: dentro quel mondo che tanto li spaventa, che lungo quella strada che tanto temono, possono trovare sempre una forza più grande di loro pronta a porgergli la mano, e riportarli sul giusto tragitto.