Di Fabiola Capone Braga

L’otto febbraio l’ambasciatore francese è stato richiamato in patria dopo l’incontro da parte del Ministro del lavoro Luigi di Maio con i Gilet Gialli, avvenuto il cinque dello stesso mese. “C’è stata una serie di attacchi contro la Francia e avevo fatto sapere all’ambasciatrice italiana a Parigi che la successione di prese di posizione di più membri di primo piano del governo quanto alla politica interna francese cominciava a porci seri problemi. L’iniziativa del vice-presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, è stato l’episodio di troppo. Intanto perché la sua visita in Francia è avvenuta al di fuori di qualsiasi quadro diplomatico, in base al quale un ministro dovrebbe informare le autorità del Paese in cui va. E poi perché Di Maio ha incontrato qualcuno (il gilet giallo Christophe Chalençon, ndr) che invocava e invoca un’insurrezione e un intervento dell’esercito. Il limite è stato oltrepassato”, sostiene il presidente francese Emmanuel Macron.

Il Ministro italiano ha infatti deciso di sostenere la battaglia indetta dai Gilet Gialli, che combattono per il rincaro dei prezzi del petrolio e della benzina.

Dopo la telefonata avvenuta tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente Francese Emmanuel Macron, l’incidente diplomatico si è risolto, grazie alla riaffermazione dell’importanza per entrambi i Paesi del rapporto franco-italiano. L’ambasciatore francese è atterrato il 15 febbraio alle ore 15.30 all’aeroporto di Fiumicino e a incontrato il presidente Sergio Mattarella.

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