di Eleonora Giusti

E’ ormai noto a tutti che nonostante le numerose lotte di emancipazione, le donne sono rimaste le regine, le custodi della casa. Negli ultimi anni le donne, in tutta Italia, stanno cercando di allargare il loro compito di custodi ad una casa un po più grande…la loro città. In particolare a Roma nasce nel 1983 la “Casa Internazionale delle donne”, un luogo destinato a finalità sociali, con particolare riguardo alla cittadinanza femminile. E’ un organismo autonomo che punta a valorizzare la politica delle donne, offrire servizi e consulenze. Questo luogo ha oltre una decina di dipendenti che con la loro professionalità tengono vivo un ristorante, una segreteria organizzativa,  e un centro congressi. L’Impegno costante e comune dopo tutti questi anni è di far crescere l’attenzione e di informare sempre più sulle varie iniziative che nascono alla Casa Internazionale delle Donne a Roma, a Trastevere una struttura aperta che guarda al territorio e al mondo; un laboratorio dove si coniuga la politica di genere; un centro cittadino, nazionale e internazionale di accoglienza,  di promozione dei diritti, della cultura  e delle esperienze prodotte dalle e per le donne.Tra i  temi resta prioritario quello legato all’autodeterminazione e alle scelte libere sulla salute riproduttiva e l’impegno politico, in ascolto anche delle nuove necessità  della società, che si è ampliato ad altri ambiti: il contrasto al sessismo e al razzismo, istituzionale e popolare; l’accoglienza e il sostegno alle donne in difficoltà e/o vittime di violenza; la legalità, contro le mafie e la criminalità organizzata; la giustizia ambientale, in relazione con i nuovi movimenti; una nuova visione della città e dell’organizzazione urbana;  l’attenzione e il sostegno alla produzione artistica femminile, dalle registe, alle scrittrici, alle pittrici. E altro ancora. La Casa internazionale ospita eventi di teatro, musica e spettacolo sempre più numerosi e d’alto spessore, che rendono la Casa Internazionale delle Donne un centro vivo e stimolante, della cultura e delle azioni delle donne. Questa struttura è da molti criticata, sopratutto all’interno del Comune; la Casa Internazionale è stata infatti attaccata e accusata dalla stessa Raggi di  non voler pagare e  stare al Buon Pastore (struttura in cui si appoggia l’associazione)  approfittando di un privilegio. In realtà le parole della sindaca sembrerebbero distorcere la realtà. Sembra infatti che la Casa pur provando a saldare il conto con il Comune sia riuscita a saldare solo il 45%, chiedendo un saldo del debito, in quanto ha sempre svolto lavori per la comunità e per il mantenimento dello stabile. La risposta del Comune: sfratto. In realtà al Comune costerebbe ben poco, in quanto bollette, pulizie, le attività, i servizi, le lavoratrici che lavorano nella struttura, al comune non costano una lira. Nonostante questi problemi ci si augura che il Comune trovi un punto di incontro con questa struttura che offre un preziosissimo servizio alla comunità.