Di Alessandro Duca. Gioie e dolori nel gran premio di Austin, dove da un lato troviamo un uomo che sta  entrando di diritto nella storia di questo sport, centrando il sesto titolo mondiale, a 11 anni di distanza dal primo, vinto giovanissimo e, dalla’altro lato una scuderia che la storia l’ha già fatta, ma non riesce ad uscire dal baratro di continue prestazioni altalenanti, di un cavallino che non corre più come un tempo. Il sabato delle qualifiche inizia con la pole a sorpresa di Bottas, che per pochi millesimi strappa la pole a Vettel (che centra comunque la centesima partenza in prima fila della carriera), seguito dal terzo posto del compagno Leclerc, facendo capire a tutti che le “rosse” sono in forma, in una pista veloce, a loro congeniale; bastano però pochi metri dopo il semaforo verde per capire, ancora una volta, che le frecce d’argento ne hanno più di tutti, dettando il passo dal primo giro. Nell’egemonia Mercedes intanto la Ferrari perde colpi, anzi, pezzi, dato che a metà gara Vettel si ritrova su tre ruote a causa della rottura della sospensione posteriore, che lo costringe al ritiro, il quarto in questa stagione; intanto il giovane compagno monegasco annaspa dietro le due Mercedes e al terzo incomodo Verstappen, autore di un ottima e come sempre aggressiva gara, chiudendo in quarta posizione. Ma i problemi per la scuderia italiana sono iniziati già dalla primissima frazione di gara, dove entrambe le monoposto vengono “sverniciate” sul terreno dove fino a poche settimane fa non avevano rivali, da scuderie non proprio di prima fascia; alla base di questo i soliti problemi di affidabilità, un problema che dovrà necessariamente essere risolto per il prossimo anno se si vuole lottare con squadre, una su tutte (guarda caso), la Mercedes che di problemi nel corso dell’anno ne ha avuti ben pochi. Ma tornando alla gara, lo scontro più bello oggi è avvenuto proprio all’interno della casa tedesca, dove Hamilton nonostante un titolo già in tasca, ha venduto cara la pelle, con l’atteggiamento che solo un grande campione, o cannibale come è stato ribattezzato, sa dimostrare, arrendendosi poi comunque al compagno di squadra, che vince meritatamente questo storico Gran premio. Prossimo appuntamento al gran premio del Brasile, con gran finale ad Abu Dhabi; i giochi sono fatti, ma come ci hanno dimostrato i piloti negli anni passati le sfide sono ancora aperte e tutte da seguire, con un mister sei volte campione del mondo che vorrà chiudere l’anno prendendosi anche le briciole…. la battaglia ancora deve finire.

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