Di Luca De Lellis. Non definitelo sorteggio quello che andrà in scena a Bucarest il 30 novembre. Non avrà il fascino delle precedenti edizioni degli Europei e, per forza di cose, non potrà creare, in parte, quella suspense che è intrinseca al concetto stesso di urna. Infatti, a partire da questa edizione, la Uefa ha introdotto un meccanismo che rivoluziona la concezione che universalmente si ha di estrazione a sorte, o meglio, non si può parlare in alcun modo di destino.
Il nuovo procedimento, introdotto dalla massima istituzione calcistica europea per stabilire le 24 partecipanti alla fase finale, tenuto conto anche dei vincoli politici (cioè delle squadre non possono affrontarne altre per motivi extracalcistici) e delle sedi di un torneo per la prima volta itinerante, di fatti, ha in parte rovinato l’attesa per la composizione dei gironi di Euro 2020. Già conosciamo, ad esempio, 3 delle 4 squadre che giocheranno nel gruppo B, ovvero Danimarca e Russia (paesi ospitanti) più il Belgio, relegato per forza nel raggruppamento in quanto l’unica altra nazione di prima fascia che non ospita partite, ovvero l’Ucraina, non può giocare contro la Russia per dissidi politici.
L’Italia si presenta come testa di serie del girone A, ma non può essere considerata come una delle favorite alla vittoria finale. Ci sono potenze come la Francia campione del mondo, la solita Spagna, il Belgio e l’Inghilterra che ci sono superiori specialmente sul piano dell’esperienza internazionale che, in tornei che prevedono scontri diretti, è forse l’elemento più importante in assoluto. Tuttavia, presentandoci come squadra rivelazione, senza particolari obiettivi (se non quello obbligatorio di superare il girone) e, con un gruppo così giovane, affiatato e pieno di qualità possiamo giocarcela contro chiunque. Il verdetto ci sarà dato il 12 luglio in quel di Wembley, teatro del calcio e arena della finale di Euro 2020.

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