Di Fabiana Donato. Docenti e studenti, due pianeti distanti anni luce e in perenne rotta di collisione. Confronto e scontro, sono i punti su cui oscilla l’ago della bilancia di questo complesso rapporto. Età, esperienze e carattere, uniti alla preparazione, dovrebbero essere gli assi nella manica degli insegnanti per fare breccia nel cuore degli universitari, ma ci sono delle grosse difficoltà. Esistono però delle eccezioni. Insegnanti che con semplicità, hanno accettato la sfida: comunicare umanamente con i propri studenti.

Comunicare è naturale per l’uomo, è stato fondamentale per la sua evoluzione. “Homo sociologicus” direbbe Dahrendorf per individuare l’essere e l’origine sociale del singolo. Anche l’uomo di Neanderthal comunicava, non in modo articolato, ma era in grado di esprimersi. Eppure oggi la comunicazione, nonostante la naturalità del gesto e i vantaggi raggiunti con le nuove tecnologie 3.0, è ancora una montagna insormontabile. Ci sono distanze emotivamente incolmabili, nonostante sia la prima cosa che viene insegnata quando si è piccoli, e forse quella per la quale non si smetterà mai di imparare. I docenti sono figure che spesso incutono timore agli studenti. Per la loro austerità, preparazione, e soprattutto per il ruolo che rivestono. Incarico che merita un grande rispetto, ma che dovrebbe, a volte, essere molto più semplice. Senza austerità e fronzoli accademici. Gli studenti sono gradini inferiori, lungo la scala sociale universitaria, ma non su quella umana. Sono ispirati e spesso impauriti da chi con il proprio giudizio, farà una media sul proprio capitale culturale.

La cultura di ogni persona, non è fatta solo di nozioni ricercate ed erudite. Fortunatamente, nel pianeta-docenti, ci sono degli extra-professori che non hanno dimenticato il loro esser umani. Si avvicinano al pianeta-studenti, senza la presunzione di mettere un voto, ma con l’ambizione di dar valore a quello che fanno i propri allievi. Ascoltano e sgridano molte volte, senza perdere di vista ciò che conta: comunicare umanamente. Non ci sono numeri, ma valori. Non ci sono matricole, ma persone. Comunicare non è un’azione univoca, è fatta di multi-direzioni e più variabili. Con rispetto, bisognerebbe iniziare a capire i soggetti della comunicazione, e come essi partecipano ad essa. Gli studenti non sono perennemente assenti e svogliati, ma sono annoiati molte volte da chi non gli dà il giusto valore. La distanza va mantenuta, ma fino ad un certo punto, perché altrimenti più che il rispetto, ciò che viene suscitato da questo rapporto, potrebbero essere solo ed esclusivamente finzione e sorrisi di circostanza. Dietro la burocrazia, le verifiche e gli esami da sostenere, c’è la più grande difficoltà dell’insegnamento: creare un rapporto vero. Esistono tante discipline che impartiscono insegnamenti in merito alla “didattica”, come la Didattica della Storia , della Filosofia, e persino quella Generale. Ma una didattica che insegni a edificare rapporti umani, non esiste. Ogni relazione umana si costruisce nel tempo e non è estranea a complicazioni.

 

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