Di Claudia Adamo. C’è un angolo nel sud della Francia dove colori, profumi e sapori sono ben distanti da quelli parigini, che generalmente usiamo associare a questo paese. Qui il profumo è quello della salsedine, i colori sono il giallo ocra dei palazzi assolati e l’azzurro del mare e la bouillabaisse e l’aiolì prendono il posto dei croissant e delle crepes. Chi visita Marsiglia si immerge in una realtà che porta alla mente luoghi lontani, al Nord Africa, a causa del caos, della sporcizia e del traffico per le strade, per l’arabo che si mescola con il francese, per il caldo asfissiante delle giornate d’estate e per quella commistione tra nord africani, con i loro grandissimi occhi neri, e i francesi.
La zona sicuramente più suggestiva è quella più antica, Vieux Port, un’insenatura incastonata tra il forte Saint-Jean e il forte Saint-Nicholas, dove la notte centinaia di barche attraccate al molo si fanno cullare dal mare per prendere poi il largo di giorno, protette dalle benedizioni della “Notre Dame de la Garde”, la cui basilica, eretta su una collina che si affaccia sul porto e da cui domina l’area, è stata costruita a protezione dei marinai. La zona di Porto Vecchio è piena di tanti e caratteristici ristorantini il cui piatto principale è la bouillabaisse, una zuppa di pesce che secondo la tradizione deve essere formata da almeno tre tipi di pesce e servita in più piatti. Spostandosi dalla parte antica, un altro imperdibile quartiere è quello hipster e multietnico di “Le Panier”, formato da un dedalo di stradine ripide, case colorate, laboratori artigiani e negozi multietnici, che rendono ancora più evidente questa commistione di popoli e di lingue.
Spostandosi dal caos di Marsiglia, a poco più di un’ora di macchina, è possibile visitare una vasta area posta alla foce del Rodano, dove la natura la fa da padrona, ovvero La Camargue. Qui vaste distese di sale colorano di rosa la terra, e un grande parco ospita vaste specie di uccelli, tra cui in primis i fenicotteri. Però sono le grandi spiagge bianche ventilate in ogni periodo dell’anno, i campi di girasoli, la presenza dei tori e dei cavalli della particolare razza che prende proprio il nome di questa area, e la vita che scorre lenta tra una partita di bocce e l’altra, che fanno pensare non di essere nel sud della Francia, bensì in Andalusia. Ma è proprio nella capitale di questa regione, nella cittadina di Saint Marie de la Mere, che questa sensazione sembra certezza, visto che le persone che ci vivono parlano spagnolo, per le strade e nei negozi echeggia il flamenco e gitani suonano per le strade canzoni tipiche della tradizione andalusa. Ogni anno a maggio, in questa cittadina si svolge il pellegrinaggio degli zingari, e centinaia di gitani arrivano da tutta Europa per adorare “Santa Sara la Nera”, in una grande festa popolare con usanze, costumi e musiche della cultura zingara.
Se quindi l’immagine comune della Francia è quella degli eleganti palazzi parigini, dei grandi musei e delle boulangerie, il Sud del Paese è davvero diverso, e porta con sé aspetti più mediterranei e meno “nordici”. Non sarà quindi difficile per chi si reca a visitarlo sentirsi in un posto già conosciuto.

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