Di Mirko Vinci. Il cinema bussa alle vostre porte. In un periodo in cui l’unica prima fila che può essere occupata è quella del divano di casa, Netflix si prefigge l’arduo compito di proporre titoli di equivalente potenza cinematografica a quelli che avremmo potuto trovare nelle sale. In alcune situazioni niente è più importante della sopravvivenza ed è proprio questo uno dei temi che una delle migliori novità Netflix, “Le strade del male” invita a sviluppare come un vero e proprio mantra. Contrattempi, scelte sbagliate, errori fatali e un bisogno innato di vendetta innescano l’arma più temibile che possa esistere in natura: la paura dell’uomo. Conservare la propria umanità di fronte ad una scelta dettata dalla sopravvivenza o rivelare chi si è davvero senza nessuno scrupolo sono spesso due lati della stessa medaglia, soprattutto in un contesto oscuro, disilluso e che schiaccia la tua persona.

Rivelare sé stessi al mondo o meno non è più questione di dibattito in “Kadaver”, dove dinanzi ad una realtà illusoria in cui distinguere ciò che è vero da ciò è falso pare impossibile, l’uomo è costretto a lasciarsi dietro ogni velo. Il senso claustrofobico di impotenza di fronte ad un mondo irriconoscibile rispetto a quello al quale ci si è abituati rende evidente il doversi adattare automaticamente e senza indugio alla realtà attuale per il mero scopo di continuare a respirare. La fiducia, l’ottimismo, lo sperare, il credere; ogni singolo valore o principio sembrano non essere più inerenti quando a venire a meno è la società stessa e il singolo come individuo.

Un viaggio nei sentimenti quello di “Holidate”, ultima proposta di questa settimana. Sebbene la pellicola sia colma di clichè cinematografici, è un chiaro invito a riflettere se tra un uomo e una donna possa esistere dell’amicizia senza un secondo fine, un tema oggi molto dibattuto. Trovarsi davanti a un treno che passa è una prova verso sé stessi, dove la nostra vulnerabilità viene completamente esposta all’altro. Ci si dovrebbe però chiedere se ne valga la pena di perdere un treno, un’occasione di riscatto o di rivincita verso sé stessi e gli altri solo per paura di essere feriti. Molte volte mettersi in gioco è la differenza fondamentale tra ciò che siamo e quello che filtriamo con i nostri occhi nei film che vediamo o nei romanzi che leggiamo.

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