Di Cristiani Giada. È risaputo quanto, oramai, la prostituzione sia un fenomeno sempre più in crescita. I dati del 2008, indicano che, in quell’anno, 70.000 donne erano dedite a “questa professione” e, oltre il 50% sono donne straniere.

Il nome che viene dato a questo mercato umano (perché altro non è, visto che le organizzazioni criminali tendono a fare promesse economiche per una vita migliore o, peggio ancora, rapiscono donne dal loro paese originario), si chiama trafficking: questo fenomeno è sempre più ostacolato dal nostro sistema e quello internazionale.

Le donne, in questione, vengono anche divise in due gruppi ben distinti:

  • Donne provenienti dall’Est, che solitamente fanno parte di organizzazioni criminali;
  • Donne provenienti dall’Africa, prevalentemente dalla Nigeria che, alla ricerca di libertà, si prostituiscono perché credono, essendo state ingannate, che sia la via più facile e sia un “lavoro” economicamente stabile;

Qui si tratta di vera e propria violenza fisica e psicologica, di inganni e sotterfugi morali dove la donna viene mercificata ed messa a pari valore di un oggetto.
Coloro che vengono rapite, solitamente, sono molto giovani, in quanto, la fascia di età in tutto ciò porterebbe anche più soldi; la complicità di organizzazioni o movimenti religiosi spesso fa il resto

Questi fenomeni di traffico umano e prostituzione non volontaria – la prostituzione volontaria non esiste, in quanto nessuno sceglierebbe davvero di fare questo mestiere – andrebbero assolutamente fermati e le donne in questione andrebbero ascoltate invece di essere accusate ingiustamente.