Di Benedetta Berluti. Crescere, maturare: a 20 anni; un percorso tutto in salita. Sul dizionario è sinonimo di  diventare più grandi, divenire adulti.

Per alcune persone rappresenta compiere iniziative mai fatte , maturazione, diventare più saggi, rendersi conto di cos’è la vita e ampliare la mente.

Viene associato alla scelta, percepita come un abbandono di qualcosa di giovanile o di infantile, ad una libertà immaginaria poiché quando si sceglie vengono prese delle responsabilità.

Crescere è sempre stato un compito,  quasi più un dovere che un diritto, per paura di un giudizio, di una valutazione, per timore di non essere  mai abbastanza in quel che si fa.

Quasi spaventa il termine infantile come se fosse avvertito in maniera dispregiativa, un lato imbarazzante in alcuni casi, che rievoca però quel lato di sconsideratezza, di speranza, di ingenuità  di quello che avviene nella mondanità, quella parte nascosta, nostalgica, quei sogni che quando si è adulti a momenti ci si dimentica di avere ma che accomuna ognuno di noi.

Quando si è piccoli alla domanda “cosa vuoi fare da grande?” viene naturale la risposta come se non si aspettasse altro, “ io da grande voglio fare l’astronauta” “io invece vorrei tanto essere una principessa” , aspirazioni impossibili quasi ma sicuramente sincere.

Si cresce e invece  si vuole solo trovare un posto fisso perché ad oggi il lavoro non ce.

C’è chi, nonostante le difficoltà decide di credere nei propri sogni sprovveduti e di portarli avanti nonostante la possibilità  di tenere i piedi per terra e di farsi bastare quello che già si ha.

Da sempre viene detto che bisogna andare a scuola per imparare, ma alla fine del percorso si ricordano le giornate passate a scherzare con i propri compagni, le verifiche copiate, le liti tra i banchi di scuola e le lunghe passeggiate per i corridoi per scappare dalle interrogazioni a sorpresa o per vedere il ragazzo o la ragazza per cui si ha una cotta . Vengono insegnate nozioni scolastiche ma non come sopravvivere al mondo, come crescere senza soffrire e sapere abbattere le proprie barriere.

Viene dichiarato che si deve chiedere aiuto ma allo stesso tempo che bisogna cavarsela da soli, omettendo però spiegazioni nel farlo.

Che solo noi sappiamo come affrontare i nostri pensieri ma non ci viene mai dato il tempo per farlo, per fermarci un attimo e riflettere.

La vita è breve e non bisogna perdere tempo, si dice, ma è veramente una perdita di tempo riflettere o invece è una perdita di tempo andare avanti senza però sapere quello che si sta facendo a pieno ?

Che si sta crescendo e che è necessario tenersi stretti i propri sogni, dire la propria, come canalizzare il dolore ed andare avanti, come rialzarsi dopo una caduta. In questo la crescita aiuta…eccome

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