Di Sofia Menichelli. La crisi del lavoro in Italia nel mondo giovanile: resteranno cicatrici permanenti nell’animo di ognuno di noi. Non spariranno, per sempre: forse servirà un giorno questo terribile e drammatico periodo; forse porterà ad una nuova rinascita. Ma adesso noi giovani siamo dentro un tunnel, un buco nero nel quale non vediamo la luce. A risentirne in modo drammatico: il settore della ristorazione; tra i più colpiti, mortificati…e non adeguatamente ristorati

Hanno potuto lavorare fino al 23 dicembre, solamente a pranzo, poi fermi per tutto il periodo festivo, dove però erano previste le consegne ad asporto e a domicilio. Nella settimana che va dall’11 gennaio al 16 gennaio hanno potuto riaprire, quindi fare una spesa abbastanza sostenuta per un ristoratore. Spese che possono essere luce,gas e il dispensabile per portare dei buon piatti al tavolo, ma con la consapevolezza che potrebbero farli richiudere da un giorno all’altro, e cosi è stato. La loro crisi è la nostra, come i loro sprechi. Si sono reinventati con l’asporto,ed i giovani oramai si stanno abituando al cibo take-away da consumare in macchina e/o a casa(,anche se sono crollati dell’80% rispetto al 2019) e con questa soluzione almeno per ora  hanno sicuramente trovato nuovi metodi per portare il minimo guadagno in tasca. Nonché possano con questo ricoprire tutte le spese che non sono rimandabili. E se i ristoranti hanno avuto un calo del lavoro e un stop di attività , chi non si è mai fermato sono le aziende dei fornitori, cercando in un certo senso di rendere questo blocco produttivo e non del tutto distruttivo, come per esempio il consorzio del parmigiano reggiano DOP, che ha ritirato oltre  320 mila forme di formaggio per farle stagionare di più, o come gli allevatori di latte di bufala che hanno ottenuto i permessi per congelare il latte appena munto, per poterlo lavorare quando la richiesta sarà maggiore. E così via con tutte le altre attività legate al settore alimentare.

Un’altro settore che prima della pandemia non era gettonato era il settore delle spedizioni. soprattutto sotto le feste che i genitori e figli si riunivano.

Quest’anno non è stato possibile e quindi si sono adoperati con la spedizione dei regali e cibi natalizi. Un ondata a momenti ingestibile ma che con la forza di trarre il meglio da questo periodo. Si può dire quindi che l’Italia era divisa in fasce di guadagno non compatibili ed aiuti non adeguati, un momento di crisi da un lato e di guadagno dall’altro,  un tipo di gestione delle attività ben diverso e confuso, da mettere in difficolta non solo i titolari ma anche i dipendenti con casse integrazioni mai arrivate o arrivate in ritardo. Un Italia che si riprenderà pian piano da questo crollo economico che ha portato un aumento della povertà  con un calo del PIL, sperando in un aumento di richieste in tutti i settori.