Di Simone Ferri. Con l’etichetta di inguaribile romantico, si evolve uno dei nomi della musica indie più importanti della scena romana. Stiamo parlando di Flavio Pardini, meglio conosciuto come Gazzelle.
Il giovane cantautore, malinconico per vocazione, ma poliedrico come solo i fantasisti sanno essere, è in grado di  spopolare con le sue canzoni, che registrano un’enorme quantità di ascolti.
Rincorre infatti le melodie del momento, fa uso di un sound ritmato con chitarre acustiche e tastiere.
Avendo una personalità introversa, non è mai troppo loquace quando parla del suo io: al contrario, è la penna che lo mette a nudo e gli permette di comunicare con una fascia d’età ben sviluppata.
La sua ricchezza risiede nella reale semplicità, la quale esce così, di getto, senza accorgersene: regala brani d’amore colmi di quotidianità, fattore che lo contraddistingue e fa di lui un’artista ambizioso e umile.
Gioca molto con le parole e le interseca a modo suo, risultando sempre scorrevole.
Simpatia, ironia, sarcasmo e sincerità sono al servizio del pubblico.
La sua scrittura è composta da immagini schiette, dirette e brevi, senza troppi giri di parole.
Ama l’esistenza in ogni minima forma, è innamorato della vita in generale, degli odori e dei dolori che ne discendono; la sua musica è perfetta per strappare sorrisi, ma anche per far scendere qualche lacrima.
Egli scrive pezzi pop, ben radicati nella contemporaneità, ma figli legittimi della tradizione musicale italiana. Questo è il genere della libertà, che lo ha consacrato nel suo nuovo album appena uscito, intitolato “OK”.
È il disco della maturità, ha un filo conduttore ben delineato. Sorprende la naturalezza espressiva dei testi e il modo in cui vengono cantati.
Attraverso uno stile svarecchinato e un timbro di voce mai sopra le righe, Gazzelle delinea un mondo che ruota intorno a due figure: lui e la sua lei, con faccende private e sentimentali a fare da cornice.
11 tracce composte in chiave moderna e originale, che trattano temi come l’amore, la nostalgia e la malinconia.
I brani sono nati dal caos e dalla rabbia del periodo attuale; è per questo che i suoni scelti sono aggressivi, ma orecchiabili ed allegri.
L’omogeneità sonora presente restituisce un senso di purezza e di esigenza.
Ha prevalso infatti, la voglia di spaccare a livello acustico. Senza dubbio, questo progetto è influenzato dall’epoca storica in cui stiamo vivendo: il morale del cantante si ripercuote nei suoi pezzi. Di conseguenza l’album diventa la fotografia di un determinato momento della propria vita.
Concepisce la musica come terapia: ha un estremo bisogno di mettere nero su bianco per tirare le somme, quando le cose scivolano via dal suo controllo.
Si trova l’ispirazione quando si è liberi di ascoltare se stessi!