Di Nicoletta Carli. Amarezza, rabbia, solitudine con stati d’animo  che portano sempre più ragazze sulla strada dell’alcolismo. Una situazione storica da far rabbrividire, un affacciarsi al Mondo cupo dove l’unica luce infondo al tunnel sembra essere l’alcol. Migliaia di giovani disposti a qualsiasi cosa, anche a danneggiare se stessi ed a rinunciare ai loro pensieri, pur di vivere un’ora disconnessi dalle tenebre del presente.

In molti sostengono di aver iniziato a bere ‘’per adeguarsi al gruppo’’,  come afferma il 48.9% dei giovani presi come campione di ricerca dall’osservatorio permanente giovani ed alcol nella terza indagine nazionale. Un altro degli effetti disastrosi del branco. Si parla di giovani donne che vivono in modo estremamente drammatico l’esclusione, a tal punto da decidere non solo di porre in secondo piano la loro stessa salute, ma anche di far soccombere la propria moralità pur di non soffrire la solitudine. Altri sostengono di bere per divertirsi  o per trasgredire una società che tanto gli sta stretta, altri ancora perché l’alcol diventa quel ‘’coraggio liquido” che ci permette di compiere azioni senza freni inibitori. Ma il problema nasce quando da un bicchiere di vino si passa ad un boccale di birra e poi ancora ad un margarita, tutto a distanza di pochi minuti. E così senza rendersene conto il superfluo diventa essenziale. L’alcol passa dall’essere un ‘’in più’’ per divertirsi ad una precondizione necessaria per trascorrere una serata serena. Diventa necessario per sentirsi grandi, per sentirsi euforici, per sentirsi liberi. Come se la confusione data dall’alcol potesse regalare una protezione dal Mondo circostante. Così vivere dentro un bicchiere diventa una sorta di limbo d’incoscienza che separa quasi fisicamente dalla brutale realtà circostante. Dunque drink dopo drink, serata dopo serata, si diventa dipendenti, e non basta più una serata ‘’alticcia’’.  Si diventa completamente schiavi di una sostanza che sembra poter aiutare a tirarci su di morale dopo una giornata storta. Mentre invece trascina in un turbine violento di incoscienza senza uscita, che spinge di volta in volta  più in basso fino a far toccare il fondo. Ed è un fondo ancor più buio della realtà evitata.

In uno scenario disastroso come questo, vediamo di fronte a noi futuri adulti che, in così giovane età, dovrebbero avere la grinta per ‘’prendere di petto” e reagire ad ogni problema che si pone dinnanzi al loro cammino. Al contrario si dicono e si sentono già talmente sconfortati e sconfitti da dover abusare di sostanze alcoliche per divertimento o per far fronte alle difficoltà della vita.Ma è solo un veleno per le nuove generazioni .