Di Benedetta Berluti. Nel mese di febbraio Mario Draghi è stato eletto come nuovo presidente del consiglio dei ministri dopo la caduta del governo, a causa di Renzi, fondatore del partito liberale e centrista, Italia Viva, ritenendo che Conte non fosse più in grado di governare il paese. 

Draghi è stato fin da subito presentato come colui che avrebbe salvato l’Italia, che avrebbe risollevato il paese da una situazione critica e instabile che ormai si vive da più di anno per colpa del corona virus. 

Ben visto da tutti, per le sue esperienze lavorative, Draghi è stato accettato fin da subito dal popolo e da tutti i partiti, tranne quello della Meloni, l’unico che fa parte dell’opposizione. 

In questi ultimi tempi sembrerebbe apparentemente reale questo cambiamento vantaggioso, nel momento in cui sia sui giornali ma soprattutto in televisione non ci sono più tante proteste ne da parte dei cittadini e ne dai politici rispetto al governo Conte. 

Secondo però un ristoratore, ospite di un programma televisivo andato in onda su Rai 3, il sussidio che gli viene concesso dal governo Draghi a differenza di quello di Conte, sembrerebbe minore e minimamente paragonabile. 

Le richieste di aiuto da parte di molti settori e soprattutto dalle persone non sembrano ridursi, eppure pochi ne parlano. 

Oltre al caos nel contenimento del virus, ancora oggi si stimano 500 morti al giorno, anche la campagna vaccinale sta avendo dei problemi, tuttora infatti deve essere vaccinata la maggior parte della popolazione.

Molti sono gli anziani over 80 e personale sanitario che devono ricevere il vaccino.

Di fatto secondo gli ultimi dati stimati otto regioni hanno vaccinato solo il 20% degli over 80, solo il 5,56% dei cittadini sono stati vaccinati e il 12,19% hanno avuto la prima somministrazione. 

Questa inefficienza verrebbe giustificata dal ritardo delle case farmaceutiche, poiché non hanno rispettato gli accordi presi, non  considerando però tutti i problemi logistici legati all’organizzazione, tra cui prenotazioni sbagliate, persone convocate in centri a più di 30km dal proprio domicilio, messaggi inviati in ritardo e favoreggiamenti sulla vaccinazione.  

Dunque sembrerebbe che non ci sia stato un miglioramento, così tanto decantato e sperato come si diceva: un miglioramento: un aumento delle vaccinazioni, una maggiore chiarezza sui sostegni ma soprattutto un’empatia e una serietà da parte dei politici, che negli ultimi anni sembrano essersene dimenticati. 

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