Di Emanuele Mignone. Cittadini romani attenzione: il vostro caro estinto non trova alloggio. Della serie: nemmeno da morti diamo loro la pace. Recita un detto pietoso: “ti sia lieve la terra”…ma almeno dopo morto andarci sotto terra…. Dopo una voluta cremazione, per essere deposito in un loculo. L’ultimo disservizio di questo comune, tramite l’AMA, la vergogna macchina mangiasoldi che dovrebbe provvedere alla raccolta dei rifiuti, pulizia della città e inumazione dei morti, è che nei cimiteri c’è il “troppo pieno” In una città metropolitana con centinaia di morti ogni giorno, sono più di mille le bare in giacenza di essere seppellite o cremate, allungando i tempi di attesa delle funzioni cimiteriali a date non definite. È una situazione aberrante per i familiari dei defunti.

Ama è l’azienda municipale che gestisce per conto del Comune di Roma le operazioni cimiteriali e che in questo caso è responsabile di tutti questi ritardi, dal vertice il presidente Stefano Zaghis dichiara:” La pandemia sta facendo un disastro”.

Il disastro c’è ma la pandemia non può essere un giustificativo per una situazione così surreale, è intollerabile per le famiglie sapere che i cimiteri non siano in grado di svolgere le loro funzioni. Basta pensare che in una città come Milano le autorizzazioni alle cremazioni arrivino entro quarantotto ore dall’avvio delle pratiche, mentre a Roma le salme vengono lasciate per mesi all’interno di depositi in attesa della burocrazia bloccata.

Cosa sta succedendo quindi, e perché ci sono tutti questi ritardi nei cimiteri della Capitale? La Raggi ha chiesto scusa per il disservizio: ci sarebbe da ridere se, è proprio il caso di dirlo, non ci fosse da piangere

Per capirlo ho chiesto spiegazioni ad un operatore funebre interno al cimitero, il quale ha dichiarato che la condizione del cimitero Flaminio è disastrosa per colpa della gestione di Ama. La stessa società che acquisisce notevoli tributi per ogni servizio cimiteriale, non si è mai preoccupata del sovraffollamento di salme nei propri depositi. Questo rallentamento delle operazioni diventa ancora più problematico dal momento che tutti i corpi destinati alla cremazione attendono in bare speciali che non sono adatte ad una giacenza di lunga durata, contribuendo alla veloce decomposizione dei corpi se non conservate in ambienti idoneamente refrigerati. Questi ritardi sono il risultato di numerosi licenziamenti del personale mai rimpiazzato e alle continue assenze di dipendenti per cause temporanee; non è raro che in alcuni casi siano i familiari dei deceduti ad aiutare in alcune operazioni le squadre Ama ridotte a pochissimi uomini, le quali poco si interessano alle cause delle famiglie, chiedendo in alcuni casi “favori” per avere dei servizi più celeri, ignorando il difficile momento vissuto dagli stessi parenti. In tutto ciò il Campidoglio che è impegnato ad amministrare pietosamente la città non sembra porre interesse in questa critica faccenda.