Di Marianna Garritano. “Pillole…prendo pillole per stare calma..” Così canta Ariete, cantante diciottenne che come tante arriva dritta al punto nei suoi testi, svelando verità nascoste al grande pubblico, ma nelle quali tantissimi giovani si ritrovano. Non è facile ammettere di fare uso di psicofarmaci, ancor di più vivendo in una società ancora troppo arretrata su certi temi, come quello della salute mentale. Più drastico sarà ammettere a se stessi di abusarne. Infatti in questo caso la consapevolezza sparisce, non si riesce più ad essere padroni di se stessi, si è in balia della confusione, si diventa “schiavi del farmaco”. Questo fenomeno aumenta con il passare degli anni e con la pandemia in corso sono stati raggiunti picchi elevati. Secondo l’OMS, si stima che circa il 20% dei bambini e degli adolescenti, soffrendo di disturbi o problemi mentali, abbia usato almeno una volta farmaci, o meglio Psicofarmaci. Non bastano camomilla, valeriana o altri rimedi naturali, è necessario ricorrere a qualcosa di più forte, qualcosa che riesca ad attraversare le barriere del nostro odiato e amato cervello, raggiungendo il sistema nervoso. Ma come si arriva a questo punto, considerato così estremo per chi lo vede da fuori? In particolare durante l’adolescenza tanti giovani sono sottoposti a molti stimoli e purtroppo può accadere di non riuscire più a gestirli, di sentirsi addosso tutto il loro peso, o meglio il troppo peso che gli conferisce la società e così si arriva ad essere una mina vagante, pronta ad esplodere. Nella nostra testa scatta qualcosa, non ci sentiamo più gli stessi, siamo in bilico e abbiamo paura di cadere senza risalire mai più in superficie.

Ansia, stress, insonnia, attacchi di panico, allucinazioni, depressione.. Sono questi i sintomi più frequenti che colpiscono consumano e fanno trovare la forza per andare da uno specialista affinché finisca al più presto questa “non vita”. Molte volte il puro dialogo con uno psicoterapeuta che aiuti a navigare tra i fili ingarbugliati non basta. Si arriva ad un limite troppo estremo: bisogna intervenire con l’uso di farmaci, affinché lo stato non sfoci in situazioni drastiche e davvero nocive. Impiegarli per un certo periodo(secondo le prescrizioni di uno psichiatra) è più che lecito. Abusare di essi è inammissibile. Alcune persone li ritengono opportuni anche semplicemente per mantenere un “sostenibile” equilibrio fra vita sociale e lavoro/studio, per loro il neuro potenziamento diventa un vero e proprio stile di vita… In altri casi, talvolta frequenti, se ne entra in possesso senza la prescrizione, e senza sapere che cosi potà essere ancor più nocivo alla salute . Per contrastare questo assurdo andazzo o meglio ignoranza sulle sostanze psicoattive, dovrebbero essere sensibilizzati sia i pazienti che le famiglie e ciò dovrebbe avvenire soprattutto nelle scuole. Impiegare magari una semplice ora dell’anno scolastico con lo scopo di educare gli studenti rispetto all’uso e ai possibili effetti dannosi da abuso di farmaci dovrebbe essere una proprietà. Consapevolezza e intelligenza per tutelare la salute dei giovani e non solo.