Di Mirko Vinci. Un’esperienza che ti cambia. Siamo sempre stati abituati a stare in classe, rispettare le regole della buona educazione, avere un buon dialogo con compagni e professori, fare i compiti, impegnarsi: tutto ciò che in poche parole ha riguardato la nostra routine dalle elementari al giorno del diploma, e così ancora nelle aule universitarie. Sono convinto che dentro di noi c’è sempre stata quella fatidica domanda “e se tutto ciò fosse vissuto ad un altro livello?”. Il laboratorio di redazione giornalistica non è solo un semplice laboratorio, ma un luogo dove tutte le caratteristiche prima elencate, oltre ad essere ovviamente comunque presenti e rispettate, raggiungono il livello successivo da sempre sognato dallo studente. Un luogo dove partendo da una disciplina ti confronti con ogni ambito o scenario che hai vissuto o che molto probabilmente ti troverai davanti un giorno. Non tendiamo a pensare a come ci comporteremmo davanti a determinate cose: questo laboratorio ti prepara e lo fa in molti modi diversi. Col dialogo, col rispetto, con la presenza e soprattutto con del sano divertimento in cui a volte ti dimentichi di essere una matricola come nel mio caso e ti trovi a passare piacevolissime giornate. L’impegno e la costanza sono i due elementi che hanno definito il mio percorso: normale pensare i primi giorni “non sono proprio portato per questo” e arrivare alla fine del viaggio con una sicurezza che prima non avevi. Sicurezza non solo per la materia, ma per tutte le sfumature di vita che tocca e a cui porta ad interrogarti. La bellezza dello studente che si dimentica di essere un numero, ma diviene parte integrante di un qualcosa è una cosa molto rara oggi: ci si fa avanti con le proprie idee, le si possono difendere, modificare o portare nel mezzo di un dialogo costruttivo. Il rispetto per l’altro è stata un’altra costante di questo laboratorio, a cui si unisce un professore dinamico e fuori dagli schemi che farà emergere e far sentire parte integrante del gruppo ogni persona desiderosa di farsi valere, dalla più alla meno preparata. È un’esperienza che auguro fortemente, perché di una cosa sono sicuro: finito il percorso avrai dato tanti pezzetti di te agli altri, tanti quanti ne avrai ricevuti. Posso affermare che è una bellissima sensazione.