Di Vanessa Fazio.  DIPENDENZA AFFETTIVA: Due parole di cui oggi risulta molto difficile concepirne il significato, spesso contorto nelle definizioni che sono state attribuite a questo disturbo, Si perché di disturbo si parla. Quando l’amore si trasforma in desiderio di controllo, in insicurezza, in mania ossessiva. Non necessariamente questo riguarda una coppia ma può interessare anche l’ambito familiare e personale. Colui che soffre di questo disturbo per lo più alle spalle ha una storia o un’esperienza forte e difficile da affrontare, l’abbandono da parte di un familiare, un amico, un fidanzato che lo porta a instaurare legami tossici con la “nuova” persona a cui si lega. I sintomi che si manifestano sono diversi, la paura di non essere abbastanza, vedere tutto ciò che sta intorno come una minaccia, non ascoltare chi vuole aiutarti ad uscire da un tunnel buio e infinito. Nel caso specifico della relazione interpersonali, si ricerca nel partner la figura paterna o materna che nell’infanzia non è stata presente e di conseguenza si ha timore di perderla nuovamente inducendo al tentativo di controllare l’altro con comportamenti compiacenti di estrema devozione, disponibilità e accudimento, con la speranza di rendere la relazione stabile e duratura. L’apice del disturbo si palesa proprio alla fine della relazione sentimentale quando la persona affetta si colpevolizza della rottura, prendendo come sua responsabilità l’accaduto, spesso questo comportamento porta a compiere gesti estremi. A tal proposito: l’opinionista Selvaggia Lucarelli ha deciso di raccontare la sua esperienza di dipendenza affettiva, attraverso un podcast, mostrando un lato di sé denso di fragilità e insicurezza nel quale molte donne possono ritrovarsi e riconoscersi. Lei stessa ha infatti affermato: “Mi ero completamente annullata ed ero diventata una sorta di mendicante affettiva, poi ho capito e sono guarita”. Nessuno è da solo bisogna solo cogliere l’aiuto che ci viene donato.

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