Di Irene Bollici. Dopo due anni di coma l’Italia si risveglia, ma si ribella. e si scontra su un terreno, il “green pass obbligatorio sui posti di lavoro”. Decreto approvato il 16 settembre scorso ed entrato in vigore il 15 ottobre il Green Pass diventa uno strumento “obbligatorio” non solo per entrare nei luoghi di incontro ma anche per i posti di lavoro pubblici e privati.

l’Italia svegliatasi ormai dal coma si ribella pesantemente: si rischiano  infatti scaffali vuoti e blocco di trasporti.

Il grande caos potrebbe essere alle porte: gli snodi più grandi di trasporto merci e logistica potrebbero rimane fermi da scioperi e manifestazioni “NO PASS” che già da alcune settimane stanno nascendo in altre regioni italiane.

In Italia a fermarsi sono ormai  circa 130.000 persone, un fermo che potrebbe trasformarsi in una paralisi del sistema logistico.

Causa scatenante di questa ribellione è certamente uno Stato che non ha dimostrato chiarezza fin dall’inizio, a che ha “democraticamente” imposto la somministrazione del vaccino e il conseguente utilizzo della carta verde.

Ma la vera preoccupazione che ha portato gli italiani a scendere in piazza è sicuramente la mancata retribuzione ai no vax.

 

“Green Pass come la Tessera Fascista” afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Piccirillo.

Continua dicendo: “Il Green Pass è facoltativo come nel 1938 lo era la tessera fascista, non era obbligatoria ma senza non potevi né lavorare né frequentare la scuola né usufruire dei servizi pubblici”.

 

Affermazioni gravi ed anacronistiche , a tratti quasi propagandistici, vista l’enorme differenza fra il 1938 e il 2021,non a caso sono passati più di 80 anni, la grande distinzione si trova nel fatto che la tessera fascista era imposta da un dittatore e il green pass è stato imposto dopo due anni di pandemia.