Di Valeria Piccolo. Emozionante, coinvolgente e inaspettato… sono questi i 3 aggettivi che descrivono al meglio il mio primo dibattito su un tema molto difficile. Ho dovuto parlare di fronte ad almeno 60 occhi che mi fissavano e mi ascoltavano. Quando il prof mi ha comunicato il tema del dibattito, ovvero “la paura”, mi sono subito chiesta “e ora che cosa scrivo?”. Ho pensato a mille modi per esporre il tema, ma nessuno mi convinceva perchè rimanevo troppo generale e anonima. Credo che un tema come questo sia stato scelto dal prof per stimolarmi a parlare di me e affrontare determinati argomenti per condividerli con gli altri ragazzi/e del laboratorio. Cosi mi sono decisa: ho iniziato a scrivere tutto quello che la mia testa in quel momento mi suggeriva riguardo questo tema. Non sapevo se raccontare delle esperienze spiacevoli che ho vissuto per paura di non sapermi esprimere, di non essere capita o fraintesa e di essere “giudicata”. Alla fine ho scelto di condividere un pezzo della mia vita e il motivo che mi ha spinto a farlo è stato proprio il risultato che speravo di ottenere, ovvero una solidarietà (soprattutto femminile) che, a volte, manca a noi ragazze. Mi ha fatto piacere sentire l’opinione di molti ragazzi anche se si sono sentiti “attaccati”, ma sapendo a cosa andassi incontro, mi sono assunta le mie responsabilità e ho deciso lo stesso di esprimere la mia opinione perchè potessi sentirmi libera. Il concetto di libertà lo associamo a tante cose, soprattutto molto lontane da noi, ma io credo che la libertà sia in ogni piccolo gesto, che sia esprimere un’opinione, farsi una passeggiata senza il timore o la paura degli altri o condividere un pensiero o un gesto. Essendo una persona molto timida, quando ho iniziato questo laboratorio ero divisa tra due scelte: continuare a seguirlo nonostante sapessi di dovermi esporre e partecipare attivamente oppure seguire altri corsi, facendo così vincere la mia timidezza e paura. alla fine ho deciso di spingermi oltre i miei limiti e di continuare il corso che mi sta regalando molte soddisfazioni, pur essendo all’inizio. Credo che il dibattito sia stato un punto fondamentale di partenza per un percorso, non solo universitario, ma personale che giorno dopo giorno sto facendo. Mi sono anche emozionata durante la lettura del mio testo e questo mi fa capire di essermi lasciata andare completamente, come se in quel momento mi trovassi davanti a persone che conosco da sempre. Ci sono stati dei momenti in cui non mi sono sentita sola, ma compresa: ricordo lo sguardo di una ragazza seduta in prima fila che, mentre parlavo, mi guardava, mi sorrideva con gli occhi e annuiva a tutto quello che dicessi. Ecco quel momento mi ha fatto capire che non sempre una conversazione più tirarti su di morale, a volte basta anche uno sguardo. In questo articolo mi piacerebbe citare anche un’altra ragazza che, ascoltando le opinioni dei ragazzi diverse dalle mie, mi ha subito difesa dicendo che anche lei condivide tutto quello che ho scritto e soprattutto che mi capisce. Se devo essere sincera, mi ha fatto bene confrontarmi con le opinioni, anche contrastanti, di altre persone, ma la cosa che mi ha reso più felice è stata trovare quella solidarietà femminile che lega tutte noi ragazze. Ringrazio moltissimo anche il professore per avermi dato questa piccola “spinta” che mi è stata da lezione.