Di Giulia Mezzanotte. <<Gli assorbenti non sono un bene di lusso!! Usufruiscine, è gratis!>>

Questo è quanto si legge nella tampon box affissa allo sportello per gli studenti, presso la facoltà di lettere dell’Università di Roma Tor Vergata.

Avete capito bene, stiamo parlando proprio di un distributore di assorbenti creato dalle  studentesse per le studentesse, anche se praticamente ogni donna presente nell’edificio ha la possibilità di usufruirne.

L’iniziativa portata dal collettivo degli studenti “Altro Ateneo” non è altro che un’idea per recare aiuto a tutte le donne che avessero bisogno di usufruire del servizio, non avendo a disposizione dei tamponi in un determinato momento, o non potendoseli permettere.

Il problema economico legato agli assorbenti in Italia, infatti, è da tempo noto e, per quanto possa essere già stato reclamato e dibattuto, ad oggi siamo riusciti a raggiungere solamente un abbassamento dell’iva su questi, dal ventidue al dieci per cento.

Nella lotta a questo lusso attribuito a delle necessità, che nel nostro Paese non sembra ancora essere arrivata ad una vera vittoria (si punta ad un’eliminazione della tassa), per fortuna c’è chi contribuisce con trovate come quelle dell’ateneo sopra citato; ma gli studenti dell’Università romana non sono né gli unici, né i primi ad averci pensato. Sono stati i ragazzi di una scuola nella provincia di Como i primi ad avere questo lampo di genio; gli stessi che sono stati presi come esempio da molte scuole superiori e, a quanto pare, da Università sparse in tutta Italia.

La messa in opera da parte dei cittadini più giovani è di sicuro una presa di coscienza ammirabile, ma bisognerebbe iniziare ad interrogarsi su quanto sia giusto che queste azioni siano necessarie.

Non è ammissibile che nel ventunesimo secolo bisogni ancora aggrapparsi a delle scatole di cartone costruite da ragazzi, quando il problema degli assorbenti troppo costosi dovrebbe essere un’assoluta priorità per coloro che, dai piani più alti, dovrebbero tutelare i cittadini e le loro esigenze.

Molti potrebbero pensare, non vivendo la situazione in prima persona, che non è possibile che non si abbiano quattro euro al da spendere per una confezione di tamponi; eppure, questa realtà esiste eccome, e ancor di più questo dovrebbe far riflettere sull’urgenza di riparare tale condizione.

La tampon box è un segno di speranza per tutte le ragazze, le donne e le bambine che hanno la fortuna di imbattersi in una di queste adorabili scatole solidali, un gesto di unione e di girl power.

La speranza maggiore, tuttavia, è quella che invenzioni come questa un giorno non debbano più servire, lo stesso giorno in cui le donne avranno la sicurezza di essere tutelate del tutto in qualcosa che non è un capriccio, ma una necessità.