Di Giulia Cipriano

Vi è mai capitato di guardarvi allo specchio e non riconoscere la persona davanti a voi? Guardarsi negli occhi e notare i segni d’espressione attorno ad essi. I fianchi più larghi di come erano da bambina. Quella ragazza su Instagram ha degli addominali da paura. Che cosa non va con le mie ginocchia? Pensieri che vanno più veloci della luce. Frullano nella testa. Incontrollati. Prendono il sopravvento. Ingabbiano. Cosa c’è di sbagliato in me?

Un confronto inarrestabile. Giocare una partita contro sé stessi, perdendola, ma credendo di vincerla. Nel bel mezzo di una guerra: io contro me stessa. Ecco la trappola dei DCA, Disturbi del Comportamento Alimentare. Nell’ultimo anno, soprattutto per via del covid, si è verificato un incremento del 30% delle diagnosi. Chiusi nelle nostre case, abbiamo avuto più tempo per chiuderci nelle nostre menti. Ed ecco come quest’ultima ti attacca alle spalle, senza neanche che tu te ne accorga. Il tanto temuto mostro sotto il letto.

Soltanto nell’ultima settimana, sei giovani donne sono morte come conseguenza di questi. Parliamo infatti di un’epidemia che si stima essere la seconda causa di morte per gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. Arresti circolatori, insufficienza renale, danni epatici, squilibri elettrolitici: queste le più frequenti cause di morte, ma non solo. La cosa vergognosa in Italia è l’insufficiente, o, a volte, addirittura assente, accesso alle cure. La metà delle regioni italiane non dispone infatti di una rete completa di assistenza. E questo molte ragazze lo hanno vissuto sulla loro pelle.

Fin da bambine, siamo inserite in una società in cui vige la competizione. Proprio perché donne, ci è richiesto di dimostrare doppiamente il nostro valore, per paura di venire sottovalutate. E ci ritroviamo a combattere tra di noi, per aggiudicarci un posto in prima fila.

Nelle favole, la principessa viene salvata dal principe. Peccato che il principe sia uno solo. Così ci sfidiamo, ci guardiamo dall’alto in basso, per conquistare anche un solo sguardo del principe. Ma molto spesso questo meccanismo cade in un vortice senza fine. Ci scrutiamo finché non troviamo anche un minimo dettaglio che infastidisca la nostra vista. Scrutiamo le altre per notare tutto ciò che vorremmo avere noi stesse.

Ma in questo modo facciamo il gioco sporco della società che ci circonda. Quella società che ci vuole tutte omologate. Invece ognuna di noi ha così tanto da offrire. Intelligenza, carisma, punti di vista differenti. Bellezza, interiore ed esteriore. Il nemico non è il cibo, questo è solo un’espressione del dolore. È la società. È la società che impone determinate regole. Ma è anche la società che nasconde. Che nasconde e che fa credere che i DCA siano scelte, e non vere e proprie malattie. E questo la scienza lo conferma. Iniziamo un dialogo. Affinché le parole di denuncia siano più forti di quelle che, internamente, intrappolano.

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