Di Chiara Giacomini. “Nuove norme per il contrasto della violenza di genere che hanno l’obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime”. Questo è quello che recita il decreto-legge del 2014; si parla di nuove norme, perché si sa, il femminicidio è un fenomeno “dinamico”, in continua evoluzione. Che sollievo! Per fortuna qualcosa in Italia va avanti e si evolve. Ma purtroppo questa volta assistiamo a qualcosa di inversamente proporzionale: più andiamo avanti e più torniamo indietro. Sono state introdotte nuove norme a difesa delle donne vittime di abusi, violenze, stalking perché quelle precedenti “non bastavano più”; è stato necessario introdurre delle aggravanti per sottolineare che non si trattava più di “semplici” omicidi, ma erano le donne le sole vittime di questi massacri, compiuti da parte di mariti, fidanzati e compagni troppo violenti e meritevoli di pene che fino a poco tempo fa, sembravano essere “troppo leggere”. La legge è volta a difendere la violenza di genere, non solo l’omicidio, nasce a difesa delle donne in gravidanza vittime di abusi, le donne perseguitate, malmenate, vittime di stalker e, purtroppo, molto altro. Viene spontaneo aggiungere l’avverbio “purtroppo”, questo perché non possiamo mai sapere fino a dove possono arrivare gli uomini che compiono queste azioni folli: acido, fuoco, benzina. Quanto può essere creativa la mente di un uomo quando si tratta di violenza! Siamo nel 2021 però, sono passati 7 anni da quell’ultima legge e ovviamente il fenomeno ha continuato ad evolversi, tanto che nel 2019 si è tornati a parlare degli interventi da parte della giustizia nei confronti di questi uomini. Infatti, la legge 69/2019 aggiunge (tanto perché non ci facciamo mai mancare nulla) il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, il cosiddetto “Revenge porn”. La cosa che molto spesso fa riflettere è che in questo Paese molto spesso ci si domanda per quale motivo insistiamo a denominarlo “femminicidio” e non semplicemente “omicidio”. La risposta, purtroppo, è così semplice e palese. Ce l’abbiamo davanti gli occhi ogni giorno: tutti quei numeri, quei nomi e quei cognomi che sentiamo al telegiornale, alla radio o scritti sui giornali: sono loro la risposta. E non mi è stato necessario sottolineare che stavo parlando di donne, tutti leggendolo lo abbiamo capito. È questa la risposta, nulla di più e nulla di meno.