Di Anna Spanò .Cosa succede nella mente di una madre o di un padre che uccide il proprio figlio è qualcosa di inspiegabile, inconcepibile, un vero atto “anti-natura”. Il “figlicidio” sembra essere qualcosa di fantascientifico, un termine che non riesco realmente a concretizzare, eppure spesso i figlicidi occupano le pagine di cronaca dei giornali. Mamme che scelgono di uccidere i propri figli, consapevolmente o non, che mettono fine alla vita a coloro che hanno creato, a coloro che dovrebbero crescere e proteggere dal male. Dal caso del piccolo Samuele Lorenzi al caso di Loris Stival, ci siamo trovati davanti a tragedie inimmaginabili, consumate spesso in casa.

Cosa succede nella mente di un genitore quando si trasforma in assassino è una domanda alla quale non c’è una vera risposta, il motivo dipende dalla storia di ogni singola famiglia e dalle sue problematiche, quel che è certo è che alla base ci sia da parte della madre o del padre un disturbo “psico-patologico”, che può dipendere da disagi vissuti in precedenza.

Tuttavia è possibile ipotizzare le ragioni di questi omicidi. Le vittime possono essere figli non desiderati, figli malati, ai quali le madri scelgono di togliere la vita per porre fine alle loro sofferenze, vittime di uno scatto d’ira o vittime accidentali; spesso invece i figli diventano strumento di ripicca da parte di uno dei due coniugi, come se l’omicidio di un figlio fosse un semplice dispetto da fare al partner. Dietro ognuna di queste tragedie c’è sicuramente una grande sofferenza e una forte depressione, ma c’è un dato molto più allarmante e spaventoso: esistono donne e uomini che sono totalmente consapevoli di ciò che fanno, tan’è che spesso l’omicidio è premeditato, c’è una pianificazione dell’omicidio del figlio con grande lucidità.

Non è purtroppo possibile prevenire un omicidio di questo genere, ma un’ adeguata attenzione alla salute mentale e la possibilità di avvicinarsi a supporti psicologici potrebbe in alcuni casi evitare una tragedia. Oggi la psicologia è ancora un tabù, le malattie mentali vengono spesso sottovalutate e rinnegate al contrario di quelle fisiche. Qualsiasi piccola sfaccettatura classificata come poco sociale, può essere fonte di un disturbo e quindi di una sofferenza, che non deve essere ignorata.