Di Giulia Magnante . Terrore: ciò che si è verificato nella notte del 27 ottobre e nei giorni a seguire nella città di Verona; l’intera popolazione è sotto shock. Mamma uccide le sue due figlie e poi si toglie la vita.

Sono giunte al termine le ricerche sulla donna di origini cingalesi che, secondo quanto emerso dalle indagini, ha ucciso le sue due figlie di 3 e 11 anni in una casa di accoglienza a Verona. La donna infatti, in seguito all’accaduto, è scomparsa nel nulla fin quando il suo corpo è stato ripescato in un’ansa del fiume Adige nei pressi del Lazzaretto di Porto San Pancrazio.

La causa del duplice delitto è ancora incerta e difficilmente si riuscirà ad avere delle risposte, in quanto colei che ha compiuto questo reato non è più in vita.

Ma cosa avrà mai spinto questa donna a compiere un gesto così terrificante e insolito; ossia quello di uccidere le proprie figlie con le sue stesse mani?  Forse un periodo fortemente buio, una depressione inconscia o forse un problema psichico; una causa che indubbiamente non potrà mai giustificare l’accaduto.

E loro. le figlie, che avevano ancora un mondo da vivere e la cui unica colpa è stata quella di trovarsi nelle mani di una donna sbagliata, una mamma che non meritava di essere denominata come tale, una mamma che ha sfogato le proprie frustrazioni su degli esseri innocenti, meritavano di vivere molto più che questa donna disumana.

Con quale coraggio, ma soprattutto cosa mai avrà spinto la mente malata di questa donna a compiere un atto talmente terrificante da non sembrare credibile?

E se l’essenza del suo gesto fosse stata proprio il desiderio di togliersi la vita, dunque di suicidarsi, mi chiedo quale connessione avrebbe avuto essa con le innocenti figlie: assolutamente nessuna.

Non si può e non si deve accettare un avvenimento del genere, bisogna parlarne perché non è giusto che delle creature perdano la vita per colpa di qualcuno che non sa prendersi cura di loro.