Di Sara Mauta. Se ne è andato Bisteccone, al secolo Giampiero Galeazzi: ronista di razza, che ha scritto  nelle sue telecronache passionali, uniche ed indimenticabili un pezzo di storia del giornalismo. Lo sport la sua passione, il canottaggio la sua vita: e nel piccolo schermo dalla foga delle teleronaca sulla medaglia d’oro dei fratelli Abbagnale, all’intervista con Armando Maradona; dai commenti sulla Lazio, lui impenitente biancazzurro; ai resoconti nella Domenica sportiva, 90esimo minuto e alle telecronaca sul rugby ha lasciato una indelebile traccia di un giornalismo che non c’è più.  “Il campionato è finito ma gli esami non finiscono mai . Come diceva Totò “.Personalità sempre forte di animo e di cuore incoraggiava chiunque conoscesse nel raggiungimento dei propri obiettivi . Nelle sue interviste ad emergere non era la cronaca ,bensì i suoi innumerevoli pensieri, gli infiniti dubbi e le poche certezze .

La rivista ufficiale delle Rai , il “Radiocorriere” lo definì il giornalista giullare ;ha sempre creduto nello sport e nel sacrificio .

Fu con i colori giallorossi che condusse la sua bella carriera agonistica nel canottaggio, custode degli insegnamenti del papà Rino, a sua volta indimenticata guida per tanti canottieri capitolini. Da atleta Galeazzi vinse il campionato italiano nel singolo nel 1967 e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968 e in quell’anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico regalava sorrisi e gioie a tutti coloro che incontrava . Ha cambiato il modo di raccontare lo sport.

Giampiero Galeazzi è stato il volto Rai del Giornalismo sportivo che ha portato nelle case degli italiani lo sport con la passione e la competenza di chi lo praticava.

Da sempre soprannominato “Bisteccone “  per la sua imponente “stazza “,amava ogni tipo di pietanza culinaria , così come adorava il mondo dello spettacolo; partecipo, infatti,anche alla conduzione del Festival di Sanremo del 1996 con Pippo Baudo

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